Roma, Mourinho: “Sono orgoglioso dei miei ragazzi. Su Ibanez c’era un rigore”
L’analisi di José Mourinho sulla prestazione della Roma al Dall’Ara: “L’avremmo potuta vincere più che perdere”
Una Roma rimaneggiata non va oltre lo 0-0, al Dall’Ara, contro il Bologna. José Mourinho, al termine della gara, analizza così la prova dei propri ragazzi: “C’era un rigore solare su Ibanez, ma Orsato è un arbitro molto bravo e preparato tecnicamente. Ha sempre il controllo della partita, hanno sbagliato lui e il Var nel rigore non dato a Ibanez, ma capita.
Svilar? La gente lo ha giudicato troppo presto nel momento in cui lui non era ancora preparato, in una partita di ritiro dopo l’Europa League. La verità è che aveva bisogno di lavoro, di principi e di sviluppare le sue potenzialità. È un ragazzo molto tranquillo e un portiere con grande presenza in campo. Missori è con noi già dall’anno scorso, quando ha fatto il suo debutto in Conference. Si è allenato con noi spesso e oggi ha giocato un’ottima partita. Avere i 90’ con un’intensità diversa dalla Primavera non è da tutti. Tahirovic ha un potenziale incredibile quando la sua testa va nel modo giusto: quando ragiona da svedese è più tranquillo e rilassato, quando lo fa da bosniaco è un mio guerriero. Oggi sono orgoglioso di tutti. Volevo mandare dentro Mancini per mezz’ora al posto di Cristante, poi con l’infortunio di Celik ho dovuto rivedere i piani, ma hanno risposto tutti perfettamente. Solbakken aveva i crampi e non ce la faceva più. Non c’era tanto da fare. Oggi era una partita che si poteva vincere costruendo le azioni dalla solidità e dalla compattezza prima di tutto. Era una partita più da vincere che da rischiare di perdere”.
Sui giovani: “Io ho avuto sempre la fama sbagliata di allenatore che non gioca le partite coi giovani, ma non è così. Varane e McTominay e tanti altri ne sono dimostrazione. Oggi avevamo tanti ragazzi in campo, è vero che qui a Roma sono un po’ costretto a schierarli titolari per le varie defezioni della rosa, ma con oggi sono sono 16 i giovani che hanno debuttato in giovane età nella Roma”.
Su Motta: “Come giocatore, gli piaceva ricevere e giocare palla. E questo lo ha trasferito, da allenatore, al suo Bologna. È uno dei miei ragazzi ed è sempre emozionante rivederlo. Quando le squadre dei miei ex-ragazzi giocano contro di me sono sempre preoccupato per loro perché siamo avversari. Prima e dopo le partite, invece, noi, da allenatori, ci abbracciamo e ci emozioniamo”.