È un Beppe Marotta senza filtri quello che sul canale YouTube di Cronache di Spogliatoio ha parlato a “Chi ha incastrato Marotta?”, un format nel quale l'amministratore delegato dell’Inter si è ritrovato a dover rispondere alle domande di alcuni bambini della scuola calcio “Torino club Marco Parolo”.

Il Ceo nerazzurro si è così raccontato al Suning Centre, spaziando da aneddoti di vita privata, passando per CR7, Lautaro, Skriniar, Zhang, fino a svelare il suo futuro.

Lautaro una bandiera da tenere stretta

L'intervista è iniziata con una domanda sull'uomo più rappresentativo dell'Inter di quest'anno, nonché capocannoniere attuale della Serie A, Lautaro Martinez. Marotta è stato interrogato sulla scelta del bomber argentino di rifiutare grandi squadre in estate e sulla possibilità che diventi una bandiera dell'Inter.

È un bravissimo giocatore, un bravo papà e una persona con dei valori importanti. Ama l'inter come l'Inter ama lui. Vuole rimanere con noi e noi siamo contenti di tenercelo stretto. Oggi è già una bandiera, nonché nostro capitano, ed indossa la fascia perché è differente rispetto agli altri”. 

Il futuro di Steven Zhang

Le curiosità dei bambini si sono poi soffermate sul futuro societario dell'Inter e di conseguenza sulla decisione del presidente Steven Zhang di rimanere o meno al comando.

“È giovane, bravo ed ambizioso. Io spero che rimanga, qui facciamo tutti il tifo per lui”.

La rottura con Milan Skriniar

Davanti ai piccoli fan nerazzurri, Marotta non si è potuto negare anche ad una domanda sull'addio di Milan Skriniar, ora al Paris Saint-Germain. 

"Non l'ho venduto perché pensavo che restasse? Diciamo che ci sono state delle divergenze tra Skriniar e l'Inter e questo ha portato ad una rottura di un rapporto di amicizia e appartenenza che c'era tra noi, così le nostre strade si sono divise. Lui ora è a Parigi e noi siamo andati avanti senza di lui, devo dire bene". 

Giuseppe Marotta
Giuseppe Marotta con Steven Zhang (ph. Image Sport)

Il  rapporto di Marotta con Cristiano Ronaldo

Con un pizzico di malizia, visto che l'addio di Marotta alla Juventus è stato spesso collegato alla scelta di Fabio Paratici di portare in Italia Cristiano Ronaldo, l'amministratore delegato dell’Inter ha risposto ad una curiosità sul campione portoghese.

“Se mi ha mai fatto arrabbiare quando era alla Juventus? Era un giocatore impegnativo, ma non mi sono mai arrabbiato con lui. Lui era il leader della squadra e trascinava gli altri in partita. È stato ed è un grande campione che sa trasmettere le sue convinzioni ai compagni”.

L'acquisto più difficile e quello che più lo ha sorpreso

Famoso per i suoi acquisti a parametro zero, immancabile per Giuseppe Marotta una domanda sulla trattativa più difficile e su quella che più lo ha sorpreso. 

Pogba è stata di sicuro l'operazione più complicata che ho affrontato. Arrivava dal Manchester United e, non avendo rinnovato il contratto, su di lui c'era la concorrenza di tante squadre. È stato difficile negoziare e trattare il suo acquisto.Il calciatore meno quotato che poi si è rivelato un grande campione? Ce ne sono diversi, uno è qui con noi oggi e gioca in Nazionale: Matteo Darmian. Un grandissimo professionista che Ausilio ed io abbiamo preso per pochissimi soldi ed oggi vale molto di più di quello che lo abbiamo pagato. È uno dei giocatori che stimo di più per la serietà che ha, per le capacità e per un insieme di valori. È un esempio. Ha dimostrato il suo valore senza che i giornali e le tv gli dessero tanto risalto".

Un passato da giornalista prima di diventare dirigente

Marotta ha finito con il raccontare ai bambini la sua vita privata, non disdegnando di dare loro qualche suggerimento. 

“Quando ero più giovane giocavo a calcio ma ero limitato, così ho deciso di entrare nel mondo del calcio percorrendo un'altra strada. Ero davanti ad un bivio: fare il dirigente o fare il radiocronista. Inizialmente ho provato entrambe, ma poi si è creata l'opportunità di diventare direttore. Nella vita tutto serve: non a caso la mia proverbiale dote di girare attorno alle domande dei giornalisti o di raccontare delle bugie bianche la devo alla mia esperienza da giornalista. Consiglio a tutti i bambini di inseguire i propri sogni, ma anche di avere sempre un piano B nella vita”.

La passione per la politica

Calcio ma non solo. Tra le passioni dell'ad nerazzurro vi è anche la politica.

Questo non è il mio ultimo anno all'Inter, ma non vorrei andare in pensione troppo tardi per potermi dedicare alla politica, che è una mia grande passione. Quando smetterò con il calcio voglio occuparmi dello sport: una realtà che amo e nella quale in Italia abbiamo ancora tanti problemi. Mancano le strutture, non abbiamo campi sufficienti e all'avanguardia: vorrei dedicarmi a migliorare il livello della qualità dello sport in Italia”.

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