Ibrahimovic e la rissa con Zebina: “Gli diedi una testata, aveva un occhio nero. Poi…”
Lo svedese ha raccontato un episodio della sua esperienza nella Juventus all‘interno della sua autobiografia
Solitamente nel calcio, gli attaccanti non hanno mai avuto un trattamento “gentile” da parte dei difensori ma uno dei pochi attaccanti per il quale i difensori avevano timore dal punto di vista, è stato uno soltanto: Zlatan Ibrahimovic.
Lo scontro tra Ibrahimovic e Zebina ai tempi della Juventus
Per un difensore è sempre stato difficile uscire indenne da un confronto con Zlatan e l’ex Juventus, Zebina, sicuramente ne sa qualcosa. All’Interno della sua autobiografia, Ibrahimovic ha raccontato di una rissa tra lui e il francese ai tempi della Juventus. Lo scontro tra i due è avvenuto per un contrasto duro da parte del transalpino nei confronti dello svedese, durante un allenamento.
Il racconto dello svedese sulla rissa con l’ex calciatore francese
Il racconto di Ibrahimovic circa la clamorosa rissa tra lui e Zebina, è stata raccontata non proprio nei minimi particolari, ma da ciò che è trapelato, si intende molto bene che tra i due non corresse buon sangue.
Il confronto avvenne in allenamento, dove l’ex bomber colpì poi Zebina con una testata. Colpo che causò non pochi danni al francese, tanto che spinse i medici bianconeri all’utilizzo del ghiaccio per alleviare le ferite. Ecco le parole di Ibra in merito:
“Lo vidi due ore dopo in sala massaggi con il ghiaccio premuto sulla faccia, avrebbe avuto un occhio nero per un pezzo".
Negli anni successivi, Ibrahimovic approdò al PSG dopo la sua rinascita nel Milan. L’ex rossonero è considerato come una vera e propria leggenda a Parigi, dove ha disputato stagioni eccezionali. Durante un match di Ligue 1 del 2013, Ibrahimovic e Zebina si scontrarono di nuovo. All’epoca, l’ex difensore bianconero, militava nel Tolosa. Nel momento in cui Ibrahimovic fu sostituito, lo svedese si avvicinò alla panchina avversaria e fece un gesto intimidatorio nei confronti di Zebina, ovvero il gesto della pistola.
La LFP addirittura convocò lo svedese per avere dei chiarimenti in merito, dato che tale gesto venne considerato come intimidatorio.
