Quando il razzismo diventa pubblicità: l'insolito caso di Milan-Napoli
Il caso di razzismo in Milan-Napoli trasformatosi in campagna pubblicitaria
Mercoledì 12 aprile si è giocata l'andata dei quarti di finale di Champions League che ha messo di fronte Milan e Napoli, in un derby italiano che ha arriso alla formazione di Stefano Pioli vittoriosa per 2-0. Nella Curva Sud é apparso uno striscione che indicava una via di Napoli e subito sui social é scattata la curiosità di capire cosa si trovava lì. A quell'indirizzo corrisponde un punto vendita della catena “Acqua e Sapone”, specializzata nella vendita di prodotti per la profumeria, l'igiene personale e la cura della persona. Quindi il rimando dello striscione é di chiaro stampo razzista, facente capo ai pregiudizi sulla scarsa pulizia delle persone meridionali e che affonda le sue radici negli anni '50-60 quando la forte immigrazione interna verso il Nord Italia era malvista da chi si trovava a dover convivere con le tradizioni, le abitudini, usi e costumi profondamenti diversi dai propri.
I tifosi del Milan autori dello striscione razzista e quindi da condannare, non potevano sapere però che si sarebbe trasformato nello strumento più efficace di una involontaria campagna pubblicitaria. L'aver reso nota la via dove è collocato il negozio ha portato ad un raddoppio delle vendite già all'indomani della partita; a farlo sapere é il titolare che inaspettatamente ha ringraziato gli ultras rossoneri con un commento attraverso il proprio profilo Facebook e ha chiesto di ripetere lo sfottò anche nella gara di ritorno per pubblicizzare il secondo punto vendita.
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