Ceccarini attacca Pagliuca: “Ma cosa vuole? Colpa Inter se hanno perso Scudetto. Pugno? Ecco com’è andata”
L‘ex arbitro è stato intervistato in esclusiva da Amaranta.it
Piero Ceccarini, ex arbitro internazionale e famoso per non aver sanzionato il discusso contatto in area di rigore tra Iuliano e Ronaldo, durante Juventus-Inter della stagione 1997/98, è stato intervistato in esclusiva da Amaranta.it. Ceccarini ha parlato di quell’episodio, soffermandosi sulle ultime parole di Gianluca Pagliuca, ex portiere dei nerazzurri, il quale ha criticato l’operato dell’ex direttore di gara recentemente. Pagliuca ha pure dichiarato di aver colpito l’arbitro con un pugno. Ecco le parole di Ceccarini in merito:
“Non ricordo di aver ricevuto un ‘piccolo pugno’ né da Pagliuca né da altri, mentre i giocatori dell’Inter contestavano le decisioni prese. Se c’è stato un contatto, in quelle ‘fasi concitate’, come le definisce Pagliuca, è stato di quelli che in campo possono esserci, non certo un pugno, che sicuramente avrei sanzionato. Su questo le immagini televisive sono eloquenti. Dalle immagini si vede che, mentre i giocatori interisti mi vengono incontro, io mi allontano per raggiungere Simoni, l’allenatore dell’Inter, che era entrato in campo. Non bisogna tra l’altro dimenticare che i fatti che Pagliuca colloca dopo lo scontro tra Ronaldo e Iuliano si sono in realtà verificati al termine dell’azione successiva, quella del fallo di West su Del Piero, dove accordai il calcio di rigore”.
“Scontro Iuliano-Ronaldo? Fermo restando che, in quel momento, io ho agito nella convinzione che il danno fisico fosse di Ronaldo ai danni di Iuliano e non viceversa, Pagliuca distorce la realtà quando dice che, dopo quella gara, non ho più arbitrato. Ho concluso la carriera al termine della stagione successiva per sopraggiunti limiti di età. Tra l’altro ho fatto in tempo ad arbitrare ancora l’Inter ed ancora Pagliuca. Non capisco come possa inventarsi una cosa del genere.
Non ho mai avuto timori riverenziali verso nessuno. Sono stato arbitro internazionale fin dal 1992 e per anni sono stato anche arbitro d’élite designato in tale ruolo da Uefa e Fifa per le gare di massimo livello internazionale. Pochi mesi dopo quel fatto ho diretto nuovamente l’Inter e ho dato ancora rigore contro quella squadra perché c’era. Chi dice che non ho mai dato rigori contro la Juventus, o peggio ancora non ho mai fischiato falli ai danni di quella squadra, dice il falso. Chi dice che ce l’avevo con l’Inter, idem. In Coppa Italia, nel gennaio 1999, un tiro dell’interista Zé Elias toccò la mia gamba ed entrò in rete. C’erano due giocatori dell’Inter in fuorigioco passivo, che non influirono sull’azione, per cui assegnai la rete. Ho sempre rispettato il regolamento. La verità è che il calcio è fatto di episodi. E gli episodi, di ogni tipo, in campo possono capitare e capiteranno sempre, finché l’arbitro sarà un essere umano”.
Ceccarini ha poi proseguitò, analizzando il ruolo dell’arbitro di calcio: “Fare l’arbitro vuol dire prendere decisioni anche impopolari, ma che devono essere prese, se ritenute giuste. Questo non vuol dire che non è possibile sbagliare. Errare è umano. Quando ho sbagliato, però, l’ho sempre fatto senza dolo. Questo deve essere chiaro“
Infine, l’ultima stoccata a Pagliuca e all’Inter: “Non capisco che vuole Pagliuca dopo tutti questi anni. In studio, in barba a una corretta informazione, tra risatine ed ammiccamenti, si è associata la parola ‘furto’ al sottoscritto. Questo è grave. Io non ho mai rubato nulla a nessuno. Illustri giornalisti sono stati condannati, perfino in Cassazione, quando hanno associato il mio nome a comportamenti illeciti o ai limiti della legalità. Se lo scopo, l’altra sera, era insinuare che io avrei fatto parte di quel sistema che favoriva alcune squadre, tra cui la Juventus, a discapito di altre, replico che Calciopoli è scoppiato nel 2006, ben sei anni dopo il mio pensionamento per motivi anagrafici. Faccio anche notare che tecnicamente quell’azione, su cui in molti parlano dopo anni ed anni e dopo averla vista cento volte al rallentatore, era molto difficile da giudicare, sul momento, in velocità. Non c’era il Var. All’epoca, della decisione che prendevi in un decimo di secondo ti dovevi assumere la responsabilità. E io questo ho sempre fatto.
Se dopo quella partita contro la Juventus, invece di pareggiare in casa con il Piacenza e perdere a Bari, vincendo solo all’ultima con l’Empoli, avessero fatto altri risultati, forse anche quel campionato, che la Juve si aggiudicò con cinque punti di vantaggio sui nerazzurri, poteva avere un altro esito”.