E' il giorno di Luca Pellegrini. Il difensore classe 1999, arrivato a gennaio alla Lazio in prestito con diritto di riscatto a 12 milioni, si è presentato in conferenza stampa. Di seguito le parole riprese da TMW: “Un rito prima di affrontare la Lazio? Chiamavo sempre i più amici, quelli più stretti che sapevano le cose vere”.

Senti di avere le potenzialità per convincere Sarri? Quanto tempo ci vuole per il tuo adattamento con lui?
“Sì. Sarri è diverso da molti altri allenatori. Ma è giusto che chiedete a lui su quando sarò pronto, ho massima fiducia in lui. Se ancora non mi ha messo in campo, ha le sue motivazioni”

Aver fatto un ritiro con Sarri alla Juventus può aiutare in ottica riscatto?
“Sicuramente avendo conosciuto prima il mister so già qualche concetto chiave. È stata una spinta ulteriore per venire qui. Lo stimo molto per come vede il calcio, noi calciatori parliamo e sappiamo, anche per vie traverse, alcuni aspetti. Tutti mi hanno parlato molto bene di Sarri, l’ho conosciuto solo 2 mesi in cui ho visto qualcosa, ma non tutto. Spero possa essere un’arma in più”.

Che impressione hai avuto del gruppo?
“Non sono rimasto stupito, molti li conoscevo, come Romagnoli, Patric e Zaccagni. Il gruppo è unico, mi sono ambientato subito benissimo. Il nuovo arrivo deve essere ben disposto, ma sicuramente loro mi hanno dato una grande mano. Ci sono molti valori nello spogliatoio”.

Le tempistiche del trasferimento?
“La sensazione di arrivare l’ho avuta solo alla fine, ma era da tempo che se ne parlava. Non leggo molto i giornali, sono della nuova generazione. Anche un anno e mezzo fa erano usciti articoli che la Lazio cercava un terzino sinistro. Ricordo di aver fatto una battuta al mio procuratore per venire qui. La sensazione che potessi arrivare quindi c’è sempre stata”.

Sei giovane ma hai già tanta esperienza…
“Ho girato tante squadre e questo mi ha permesso di avere un bagaglio culturale ampio. Nell’ultima esperienza ho avuto la possibilità di vedere un altro tipo di calcio, non solo quello a cui siamo abituati a vedere qui in Italia. Stando in Germania ho cambiato alcune mie idee. Capisci che il calcio non è una legge scritta, ci sono vari modi di giocare e interpretare questo sport. Eravamo terzi in classifica con il Francoforte, mi sono guadagnato sul campo l’accesso agli ottavi di Champions”.

Un tuo idolo da piccolo?
“Fino ai 16 anni ho cambiato tutti i ruoli del campo, quindi non ho avuto un idolo particolare. Come terzino mi sono avvicinato e appassionato a Bale, Marcelo e Maldini: tre che hanno caratteristiche completamente differenti”.

Sarri ha detto che ti ha avvisato che non ha mai fatto giocare un difensore arrivato il 31 gennaio. Come gli hai risposto?
“Mi sono messo a ridere perché me l’ha messa come una battuta. Ho risposto poi che sarebbe dipeso da me, sono io che devo aiutare lui a farlo accadere. Cosa posso dare in più alla Lazio? Questa squadra ha tantissimi valori, faccio fatica a trovare un difetto. Posso portare un po’ di energia e di voglia di fare bene. Magari un po’ di musica nello spogliatoio perché fino a quando sono arrivato non c’era (ride, ndr)”.

C’è un grande blocco di italiani nella Lazio. È un punto di forza?
“Sicuramente è una cosa positiva, è più facile trasmettere ai nuovi un senso di identità. Al di là della nazionalità, stiamo parlando di giocatori forti”.

La Lazio ti può aiutare a riconquistare la Nazionale?
“Sicuramente è un sogno di tutti. Ho realizzato quello di giocare nella Lazio, la squadra che tifavo da bambino, e il mio primo obiettivo è rimanere qui anche il prossimo anno. La Nazionale sarà una conseguenza, quindi spero di sì”.

Che differenza c’è tra il calcio italiano e tedesco?
“È tanta, anche fisicamente. Sono due campionati diversi. È stata un’esperienza formativa, ho imparato a vedere il calcio in un’altra maniera”.

La Lazio non segna da tanto su punizione, tu hai un’ottima tecnica…
“Innanzitutto bisognerebbe giocare prima di calciare le punizioni (ride, ndr). Devo andare passo passo, pormi degli obiettivi e magari un giorno sì. Ma dovrò essere bravo a convincere Sergio”.

Tra poco c’è il derby, tu hai esordito con la Roma…
“È importante ma vale tre punti. Ci saranno delle emozioni che penso ormai di saper gestire. La Roma è parte del mio passato, come la Juventus, il Cagliari e il Genoa. Sarà una partita da ex come tutte le altre”.

Come ha vissuto la tua famiglia l'arrivo alla Lazio?
“A casa non si poteva parlare di questo, eravamo scaramantici anche con gli amici. Di voci ne giravano tante, dicevo sempre di fare attenzione a crederci, altrimenti uno rischia di rimanerci male. Sto cominciando a realizzare solo ora di essere un calciatore della Lazio. Questa conferenza mi farà realizzare ancora di più. La notizia è stata accolta come una favola”.

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