Torna il basket di una volta
La striscia (inter)nazionale di Treviso e il libro di Minucci
Non è, non ancora, una notizia il fatto che dopo due giornate, in attesa del posticipo di domani, ci siano 4 squadre a punteggio pieno. Il segnale da registrare è piuttosto che in questo gruppo c'è Treviso. Imbattuta nonostante un calendario difficile, con trasferta sul campo della Bertram e derby in casa con Venezia. E il segnale vero è che la squadra di Minetti, e di Gracis, e di Vazzoler ha vinto 10 delle 11 partite giocate finora, con un percorso netto in Europa che vale come doppio richiamo agli anni d'oro di Treviso. Il primo richiamo è quello alla Golden Age della Benetton quando l'Europa era un orizzonte quotidiano quanto l'Europa fortemente voluta dalla ocietà attuale. Il secondo è invece un complimento diretto a Menetti e Gracis, per la parte tecnica, e soprattutto a Paolo Vazzoler per come ri-partendo da zero, e persino sotto, ha ri-costruito una società che oggi è un modello, con sottolineature volutamente ripetute. Un consorzio orizzontale, allargato, invece di una proprietà forte, irrobustita con una buona verticalità rappresentata dallo sponsor principale. Una certa attenzione allo scouting dimostrata oltre che dalla scelta degli stranieri, soprattutto dall'aver convinto altri di poter essere il farm team di Bortolami e Casarin. Un impegno nel settore giovanile che vale come messaggio sociale prima che tecnico. Insomma un esempio.
Ritorno al Carlton
Al basket di una volta, perchè sembra passata una vita, fa pensare e pensa Ferdinando Minucci che domani all'hotel Carlton di Bologna, sede scelta non a caso, perchè lì fu ammanettato da presidente in pectore della Lega, indicato come colpevole di tante pene per cui lui ha pagato il conto, presenta il suo libro Memorie, sospetti, bugie. Mens Sana Basket: una fine inaccettabile. Poi, libro ...Si tratta di qualcosa di più, e non solo per le oltre 400 pagine che non sono intrise delle vendette che uno potrebbe immaginare. Al contrario la premessa è "il riconoscimento del reato di sovraffatturazione per onorare certi impegni coi giocatori", e semmai si potrebbe discutere sul fatto che la prassi fosse giustificata dal ricorso se non di tutti di tanti alla stessa soluzione. Giudizi netti questi sì ce ne sono parecchi. E per questo il libro farà discutere, dovrebbe far discutere come altri che sono stati scritti sulla vicenda, Minucci dice di aver cominciato a scrivere quando si è accorto che le carte della procura non corrispondevano a quella che lui riteneva la realtà dei fatti. Poi, ovviamente, le vicende del basket si incrociano con quelle, nemmeno concluse. della banca sponsor, Mps; il primo aneddoto è lo svelamento della passione per MIlano di Viola uno dei drigenti che ha pilotato, non brillantemente, la prima crisi della banca, di fatto aprendo un buco nella gestione della Mens Sana Basket quando a stagione in corso, quella 2012/2013, azzerò ogni contributo concordato.E'un libro g-local: le vicende nazionali si mescolano con quelle locali, e per la caduta della sua creatura Minucci se la prende più con la città.
L'appello: tanti preenti
Ci sono riferimenti a tanti nel libro. Mancano, ovviamente, i personaggi più recenti,in compenso sono citati peronaggi di antica militanza sotto canestro che pure non hanno nulla a che fare col titolo Ad esempio, parlando di Messina, Minucci, che continua a professarsi persona non di basket, ma professionista arrivato sul campo, dice che non stava capendo come difendersi dai giochi a due tra Stefanov e Chiacig e che fu salvato in pratica da Ginobili e Rigaudeau, ai tempi della Virtus più bella. Gli incontri con Scariolo sono tanti, compreso quello più recente e famoso con la citazione del clima rancido in campionato fatta dall'allora coach di Milano, ma Sergio, pur cercato,non arrivò mai sulla panchina di Siena :MInucci aveva già immaginato sarebbe stata di Pianigiani, fino a pagare di tasca propria un corso allenatore per quello che è stato il coach del maggior numero di scudetti della Mens Sana. Si parla del potere mediatico e di certe pratiche di Milano, di una rivalità diventata personale con Toti preidente di Roma, di un vero duello con Egidio Bianchi che di fatto è tato il sostituto di Minucci anche in Lega, di Petrucci che, anche in dichiarazioni recenti, Minucci ha detto "occuparsi di tutto meno che di promuovere il basket"
Stonerook e Kaukenas
Dovesse scegliere le sue guardie del corpo MInucci punterebbe su Stonerook e Kaukenas, uno per la forza emotiva e l'altro per il metodo che lo portava in paletra alle 7 di mattina ogni lunedì. Sono due giocatori di una volta, ma davvero il libro che conoceremo meglio da domani racconta solo il basket di una volta o ci siamo fermati ad allora e allora? Nell'evocare questa domanda Minucci fa il suo primo canestro, e forse ne verranno altri.