Marotta rivela: "All'Inter sacrificai Spalletti per Conte, non c'era una cultura vincente"
L'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, spiega le ragioni dietro la separazione da Spalletti ed il passaggio a Conte.
Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter, ha rivelato dettagli inediti sulla sua decisione di sacrificare Luciano Spalletti per portare Antonio Conte alla guida della squadra nerazzurra. Durante la giornata inaugurale dell'XI Edizione del Corso da Team Manager presso la Luiss di Roma, Marotta ha condiviso il suo pensiero sulla necessità di cambiare la cultura della squadra per raggiungere il successo.
Il sacrificio di Spalletti
"Nel 2019, arrivato all'Inter, sacrificai una figura come quella di Luciano Spalletti, che ritengo un bravo allenatore, ma che faceva parte del presente e del passato", ha dichiarato Marotta. Ha spiegato che la cultura esistente non era vincente e ha preso la decisione di optare per Conte, con cui aveva già lavorato in passato. "Ho sacrificato un allenatore come lui per arrivare a Conte, che conoscevo bene e che ci ha portato a vincere lo scudetto al secondo anno", ha aggiunto Marotta.
La necessità di cambiare cultura
Marotta ha evidenziato l'importanza di avere una cultura vincente in una squadra e ha paragonato la sua esperienza all'Inter con quella alla Juventus nel 2010. "Quando nel 2010 arrivai alla Juve e i risultati non c'erano, dovetti procedere a una rivoluzione", ha dichiarato Marotta. Ha sottolineato di aver cambiato tutti i ruoli, dalla comunicazione ai magazzinieri, e ha ricordato un aneddoto con Mauro Camoranesi, un campione del mondo nella squadra. "Ero imbarazzato nel mandare via giocatori come lui, ma bisogna avere la forza di cambiare quando serve", ha affermato Marotta, citando l'importanza della leadership decisionale.
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