In città un incomprensibile clima modello Corea del Nord! Club e "contesto" pigliati amabilmente in giro
Nel nuovo Director’s Cut, occhi puntanti sul clima che si vive a Bologna e sulla satira suscitata dal record negativo di gol subiti
Ho ascoltato con raccapriccio qualche giorno fa una conversazione radiofonica. Chi parlava sosteneva che il Bologna società è allarmato e sconcertato rispetto alla piazza perché qui siamo troppo critici mentre si è guadagnata una certa rispettabilità in giro.
Mah, io in realtà vedo in città un incomprensibile clima modello Corea del Nord, per cui, di volta in volta, ogni refolo di vento serve a giustificare una caduta verso il basso evidente - che non è, fortunatamente, il ruzzolare su un precipizio perché è presto, perché qualche risorsa tecnica esiste e al limite si farà come due stagioni fa, cioè cambiando il tecnico.
In compenso a me tutta questa considerazione non pare proprio di vederla. Intanto dalle testate storiche, che sembrano chiedersi "ma cosa c'é da dire, in fondo?". E poi dai nuovi media. Sarà un blog satirico, ma calciatoribrutti (sì, tutto attaccato) piglia amabilmente per i fondelli club e "contesto" per il devastante record dei gol subiti consecutivamente che porta, questo sì, il club di proprietà canadese a zonzo per il mondo con l'etichetta di "performances scadenti".
A settembre 2019, il 25, a Marassi, Lasse Schöne prende la traversa e si chiude sullo 0-0 (con penalty fallito da Sansone). Il Covid era forse uno studio a Wuhan, Gattuso non allenava e Sarri era in rampa di lancio juventina. Questo per dire che i connotati della realtà erano del tutto differenti da oggi ma noi speravamo, come sempre da 6 anni in qua, che l'anno prossimo le cose sarebbero cambiate.
Purtroppo ci sono i dati del campo, che recitano 1 punto a partita dopo il lockdown e 0.75 nella stagione nuova. E c'è stato un mercato...fiacco, loffio, improponibile quando a libro paga c'è una signora struttura di scouting che fa capo a due "generali", Sabatini e Bigon, più Di Vaio che va comunque considerato come un professionista legato alla direzione sportiva. Quasi tre diesse per tre acquisti in tutto, di cui uno fatto a gennaio e un altro svincolato, è un rapporto che nemmeno in Unione Sovietica, sul piano della produttività, può prospettarsi.
E' vero che pochi hanno fatto spese importanti e che in teoria la stagione potrebbe accorciarsi. Ma allora uno si chiede perché tutta l'estate si è inseguito un promettente centravanti ucraino che sarebbe comunque costato. Se l'esigenza tecnica sussiste, sarebbe stato meglio accontentare il mister. Anche con un prestito, non muore nessuno.
Ed è vero che Saputo è costretto ogni anno a ripianare ma ciò è solo responsabilità sua. Assente fisicamente e poco incisivo sulla realtà agonistica, il proprietario mantiene una struttura elefantiaca che a maggior ragione in tempo di pandemia non è giustificata. Non si tratta di competenza teorica, si tratta di applicazione pratica di principi di risparmio che evidentemente qui sono impossibili. E quindi le litanie dei suoi adepti sul "presidente che più ha speso nella storia del BFC" sono vane, intanto vanno parametrati i costi tra le varie epoche e contestualizzati nel momento storico. E poi il giudice è il campo, che segnala un perentorio "non lo accendiamo" dalla soffertissima promozione centrata nei primissimi mesi. Ah, quanto al gigantesco rosso di bilancio, molti dimenticano di osservare che 12 milioni di Sky entreranno nel prossimo esercizio finanziario, è solo questione di partite giocate dopo il 30 giugno.
Si tratterebbe adesso di valutare il gioco ma una osservazione perfetta è giunta l'altro giorno in radio dal bordocampista di DAZN, Tommaso Turci (lui e il Moss hanno dato vita a una mezz'ora di calcio radiofonico davvero godibile). "State alti, state alti", il mister graffiava a parole i suoi zugadur. E poi ci lamentiamo delle praterie che si aprivano. Ne riparleremo.