Gli Hearts of Midlothian prima di Aaron Hickey
L'acquisto dello scozzese Aaron Hickey ha dato ispirazione al nuovo Director's Cut
L'arrivo del promettente Aaron Hickey dagli Hearts of Midlothian (un nome bellissimo e molto poco scozzese per una realtà che con l'Inghilterra c'entra il giusto) mi fa venire in mente la trasferta a Edimburgo che la squadra e un manipolo di giornalisti effettuarono a ottobre del '90 per l'edizione della Coppa Uefa proprio nell'antica capitale del Regno di Maria Stuarda.
Eravamo una decina a occhio. E quell'estate io avevo avuto durante una partita amichevole un brusco faccia a faccia con un collega impermalito per un riferimento fatto nel libro che avevo scritto sulla cavalcata di Maifredi. Insomma, per farla corta, lo ritrovo sul volo. Una delle ultime sue prestazioni legate al Bologna. Il giornale sportivo per cui lavorava lo dirotto' su altre piazze.
La trasferta fu breve e carina. La partita meno, esito pressoché disastroso. I protagonisti furono cornamusa, ricevute di ristoranti, prostata e bagni dello stadio e l'haggis.
Andiamo con ordine. Vado per Rete 7, ovvio, da lì a poco i nostri destini si sarebbero bruscamente e tumultuosamente separati ma ero ancora il caporedattore allo sport. Il collega Stefano Tassinari, allora solo cronista e non ancora poeta full time (se ne è purtroppo andato prematuramente), mi commissiona l'acquisto di una bagpipes, a Phiob Mohr nel comodamente pronunciabile gaelico. Spendo una fortuna, mi pare un milione e mezzo di lire e divento matto non solo per farmi spiegare l'uso (gli scozzesi parlano un inglese gutturale come fossero dei prussiani in vacanza in Sicilia) ma soprattutto per imbarcarla senza sovrapprezzi. Risultato netto, Stefano mi ha comunicato più volte di non averci mai cavato un suono, diversamente dai colorati reggimenti che vedi nei film. Vai a te a fargli digerire costo e inutilizzabilità.
Il nostro "fuhrer" era il giornalista con più esperienza nelle trasferte, ovvero Raffaele Dalla Vite della Gazzetta. Amico e quasi parente, nel senso che mia suocera era sorella della moglie di suo fratello Giovanni. Raffaele, credo non si offenda, non parlava una parola d'inglese (figuriamoci lo Scots !) ma entrava in cucina a fine pasti e ne usciva trionfalmente con bottiglia di whiskey omaggio e pacco di ricevute - in bianco ! - per tutta la truppa della stampa. Amico di chef, commis e camerieri. Un artista. Poi ognuno compilava il foglio come...onestà gli comandava. Io se anche avessi messo l'importo per il pasto di, mettiamo, 50 pound, mai li avrei visti rimborsati. Ero onesto...per forza.
La partita si dipanò con regolarità. Nel senso che gli Hearts ci fecero neri a cadenza da metronomi: reti al 7', 24' e 38'. Un collega particolarmente debole di prostata (sì, colleghe all'epoca non ce n'erano) doveva mingere periodicamente. Per tre volte rientrò a punteggio mutato...e per tre volte pensava che lo stessimo perculando. "Cambiato qualcosa'" "Sì, han segnato loro !" e giù frizzi, lazzi e l'invito a indossare il catetere.
Beh, ho assaggiato l'haggis. Un misto di stomaco di pecora (tipo faraona alla creta), avena, molluschi e cipolle cotto nella birra. Sono sopravvissuto. E' il loro piatto nazionale. Figuratevi il resto.
Qualche dettaglio sul piano tecnico. Il Bologna segnò su punizione a gara quasi finita con Egidio Notaristefano, un gol che permise di continuare la cavalcata, incominciata con il Lubino (trasferta divertente, ne parlerò un'altra volta), e proseguita con il 3-0 agli scozzesi in casa, poi il doppio confronto vittorioso con l'Admira Wacker, la bella trasferta a Lisbona con lo Sporting (gamberoni sul Rossio all'una di notte con Eraldo Pecci) e l'amara retrocessione finale.
A dimostrazione che si può criticare, anzi scorticare un presidente - nella fattispecie, Gino Corioni - ma restare in buoni rapporti, segnalo che voli e hotel erano offerti alla stampa dal Bologna. Che a Natale faceva pure regali sontuosi, tipo una bicicletta. Cioé: si può far notare che sul campo non si è trionfali ma restare ugualmente in buoni rapporti, e dimostrarlo tangibilmente. Non è né vietato né impossibile. E i giornalisti, all'epoca, erano tutt'altro che zuccherosi, vi assicuro.
Del gol di Notaristefano non esisteva traccia documentaristica "ufficiale". Quel giorno c'era uno sciopero europeo della stampa. Ce ne procurammo un riflesso filmato da un vhs di un tifoso in curva a Edinburgo. Qualche giorno prima se ne era andato Alfeo. Un mese prima Angiolino Schiavio.
La Bologna del calcio stava già cambiando.