Torino, il 3-4-1-2 di Mazzarri riaccende l'Europa. Ljajic e Belotti sugli scudi
Il Torino, dopo la crisi di quattro sconfitte, ha inanellato la seconda vittoria consecutiva. Difesa e attacco ritrovati, bene anche i singoli, con Belotti che è tornato a essere decisivo. Ljajic regista avanzato, autore di due assist
-di Alberto Gervasi-
Cambiare tutto per non cambiare niente, e poi accorgersi che con la tradizione non si sbaglia mai. Il Torino, nelle ultime due partite, ha cambiato radicalmente pelle con il 3-4-1-2 (o 3-5-2) che ha fruttato 6 punti, 8 reti segnate e solo una subita, peraltro a tempo scaduto con il risultato già in ghiaccio. Merito di Walter Mazzarri che, nel punto più basso della sua esperienza alla guida dei granata, si è affidato al modulo che lo ha reso celebre e gli ha permesso, in passato, di costruire una carriera di tutto rispetto. Contro il Crotone, nel recupero della 27^ di A, la squadra ha ritrovato se stessa e il suo bomber e capitano Andrea Belotti, finalmente decisivo ai fini del risultato e scintillante nel siglare una tripletta che mancava dalla scorsa stagione, quando l’attaccante di Calcinate rifilò un tris al Palermo. Sugli scudi, come cinque giorni fa nella gara contro il Cagliari, il “solito” Adem Ljajic, che in questa seconda parte di stagione sta risultando essere l’uomo in più e il talismano dell’allenatore. Stavolta il serbo non è entrato nella lista dei marcatori, ma ha sfornato due assist e ha fatto girare la squadra in modo armonico, dettando i tempi di gioco in posizione di regista avanzato. Per far posto all’ex Roma e Inter, Mazzarri si è inventato un 3-4-1-2 compatto e offensivo: innanzitutto la difesa a 3, marchio di fabbrica “mazzarriano” che ha permesso di raddoppiare le marcature con l’apporto degli esterni di centrocampo (due terzini che hanno garantito buona spinta). Bonifazi, complice l’infortunio di N’Koulou, ha continuato a mettere minuti sulle gambe e si sta ritagliando un buono spazio in vista di una possibile riconferma per la prossima stagione.La mossa tattica più importante, Mazzarri, l’ha sfoderata in avanti con il trio Ljajic-Belotti-Iago Falque: il capitano è stato costantemente il riferimento in avanti, puntuale in zona gol, mentre gli altri due si sono alternati nel ruolo di trequartista, senza dare riferimenti certi agli avversari. Dopo due panchine in stagione, da segnalare anche l’esordio di Alessandro Buongiorno, fiore all’occhiello della Primavera che ha assaggiato il calcio dei grandi nei 9’ finali, giusto in tempo per guardare il gol di Faraoni figlio della rilassatezza eccessiva, a risultato già al sicuro. Il Crotone è stato troppo poco già dal primo tempo, nonostante il modulo a specchio. Le assenze di Ricci prima e Benali poi hanno tolto all’undici di Zenga quel pizzico di imprevedibilità che ha caratterizzato gli ultimi risultati positivi. Simy, in attacco, è stato troppo statico, e non ha permesso di giocare in ampiezza e creare grattacapi alla retroguardia granata. Tanti errori per i pitagorici, larghi nelle marcature e vittime del pressing avversario. Visti i risultati delle altre gare, quasi a sorpresa il Torino potrebbe rientrare nella lotta per l’Europa: il trittico Sampdoria-Atalanta-Fiorentina dista solamente 5 punti, a 8 gare dalla conclusione del torneo. Il calendario non sorride di certo, dato che domenica arriverà l’Inter e, nelle settimane successive, ci sarà da affrontare il Milan, la Lazio e i bergamaschi. Le parole di Mazzarri, di affrontare partita dopo partita senza guardare ai risultati degli altri, tornano prepotentemente in auge. È chiaro che la squadra avesse ancora da assimilare i dettami del mister, ma allo stesso modo andava messa mano al quadro tattico. Rispetto alle contendenti europee il Torino, per calendario e ritardo in classifica, è quella che ha meno da perdere. Gli handicap dovranno trasformarsi in energia positiva. Il resto si vedrà.
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