Kolarov e il “Progetto Anzianov”. In serie A manca l’equità, torneo falsato dai rinvii
I rinvii in serie A, l’analisi della sconfitta dell’Olimpico e e voci di mercato sull’arrivo di Alexandar Kolarov, i temi del nuovo director’s cutCredo che l'equità competitiva sia più importante degli incassi, per cui questo torneo è già falsato. E' impossibile rapportarsi con gli avversari, il Parma è indietro di due gare rispetto al Bologna quindi i confronti - ovvero la base dello sport - non si possono fare. In questo contesto era fin troppo facile prevedere un miniciclo impegnativo per noi: avevamo già sofferto Genoa e Udinese all'andata (i friuliani sempre, a dire il vero), sulla consistenza di Lazio e Juventus - qualora si giochi - parlano i numeri. In più nelle ultime tre gare siamo andati in crisi offensiva, subendo 6 gol, che sono un'enormità e non sono giustificati dalla pur buona produzione qualitativa, e segnandone la miseria di 1, quasi a tempo scaduto con Palacio.
A Roma a un certo punto avevamo davanti i due "danesi", Palacio, Sansone e Barrow, dopo la misteriosa esclusione di Orsolini. L'ascolano era ondivago uguale ad altri (mai come Skov Olsen, che al momento appare sempre uno precipitato da un altro pianeta) ma è stato l'unico a impegnare seriamente Strakosha in un contesto di preoccupante abulia e anemia offensiva. Ovvero: i più pericolosi sono stati i terzini, in fondo Tomi e Denswill gol lo avevano fatto. E se vogliamo liquidare in fretta la sempiterna questione arbitrale, sentina di tutti i vizi che riguardano il mondo rossoblu, direi che Abisso può avere ecceduto in un giallo - Schouten - ma sul resto non porta colpe. Ed è vero che anche in questo ambito nessuna certezza è più presente da quando Sarri candidamente confessa a Lione "in Italia ci avrebbero fischiato due rigori", ma il segno di un contesto importante è smetterla di parlare ogni giorno di arbitri. Al club va peraltro dato atto di tenere una linea non lamentosa. E quanto alle quotazioni di Abisso, Pasqua e Massa, ai cui ritratti qui tiriamo le freccette, ci si piazzi al bar in pole position per la copia della Gazzetta: è lì, e su Sky, che si battezzano le graduatorie. Il mondo arbitrale è in crisi di autorevolezza, come tutto il resto del mondo, non di credibilità per favoritismi. Ci si è aggiunto il VAR che da opportunità diventa, specie per forzature dirigenziali - non del Bologna, ripeto -, strumento di divisioni e polemiche ulteriori. Comunque, fare le vittime sarà terapeutico ma non aiuta per nulla a crescere.
Volevo chiudere parlando di mercato e allenatore. Perché la cosa migliore sarebbe parlare di calcio - e lo dico io che notoriamente ne capisco poco - e quindi, in caso, criticare Sinisa per le scelte, senza dare sempre la colpa ad altro. Però...quanto sono costati Danilo e Bani? Uno è arrivato gratis e l'altro due milioni e mezzo. Cosa pretendiamo, quindi, da questa difesa, se i due titolari fondamentali non incidono, in pratica, sulle spese? Pretenderei di più da attacco e centrocampo, e francamente qui vedo che siamo ancora abbastanza un cantiere, a dispetto del fatto che mancano 3 mesi scarsi alla fine. Io non ho capito se questa stagione è servita e quanto, o se piuttosto vale solo da alibi: di attenuanti ne abbiamo diverse, è vero, ma non tutte quelle che pensiamo ci siano. In fondo le somme sarà giusto tirarle alla 38esima. Chiuderei cercando di trovare un finale ironico. Gli incroci tra il Bologna e Roma sono stati parecchi, in questi ultimi anni, e quasi tutti sul versante giallorosso. Dirigenti, da Tacopina a Fenucci a Winterling a Bergamini per finire con Sabatini, giocatori (Torosidis, Sadiq, Diawara - seppure non in linea diretta -, la contesa su Ibanez, il giovane Cangiano), e la trattativa di Trigoria con Sinisa, naufragata per la sua "lazialità" - dimenticando che è anche un ex giallorosso -.Ma il tam tam, partito da Sabatini in tv severo su Djiks e alimentato da voci "amiche", sullo sbarco di Kolarov in rossoblu al posto del tulipano è singolare, anzi tutto perché fosse provenuto da voci "nemiche" sarebbe subito stato stigmatizzato ("ma come? Questi maigoduti destabilizzatori si permettono di parlare di mercato a febbraio, disturbano la squadra, rompono lo spogliatoio, sono nemici del popolo !", più o meno sarebbe andata così...), e poi perché ci vuole un bel coraggio a sostenere che c'é un progetto quando si porta un casa un quasi 35enne (in luogo di un 27enne), ancorché decisamente forte.
Intendiamoci: io ho espresso convinta approvazione alla linea societaria dopo la chiacchierata naive dell'olandese in macchina con Van der Meyden, avente per terzo incomodo un incoraggiante frizzantino. In un mondo professionale non sono tollerabili comportamenti che non lo sono. E di sicuro Kolarov, 9 tra gol e assist in questa stagione, pure complicata per lui sul piano "ambientale", è giocatore più collaudato del Trattore, con tutta la simpatia che può ispirare. Le tifose forse non gradiranno, data l'esibita appetibilità dell'esterno orange - lui ne è molto compiaciuto -, ma se ne faranno una ragione. Il serbo ha passato dieci stagioni tra Lazio e ManCity. Nazionale del suo paese con anche Mihajlovic come ct. E' un giocatore forse non più dal "respiro" Champions, ma lo è stato, ed è uscito per ragioni anagrafiche. Resta un'ottima e solida certezza "europea". Però nel tesserarlo non vi è alcun afflato di prospettiva, anzi scherzando se lo prendono potremmo parlare di Progetto Anzianov. E se arrivasse, dato che si tratterebbe comunque di un possibile pilastro, dovremmo per la seconda volta ringraziare i tifosi giallorossi: Alexandar dopo Sinisa. Sono degli amici, in pratica.
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