Zazzaroni duro sul CorSport: "L'Italia di Mancini già rovinata dal Governo, ecco perché"
Il direttore del Corriere ha commentato le decisioni del governo per quanto riguarda il Decreto Crescita
Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport ed opinionista sportivo, ha commentato sulle colonne del proprio quotidiano le giornate successive alla vittoria degli Europei: “Il modello Mancini annullato dal decreto 'Crescita' del Governo", questo il titolo del suo pezzo. Dopo il “grande cetriolo” di cui aveva parlato prima della finale Italia-Inghilterra, anche adesso non si è certamente espresso con toni troppo entusiastici, dopo la vittoria di Euro2020. Ecco le sue parole.
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Ivan Zazzaroni: “Il modello Mancini annullato dal decreto 'Crescita' del Governo”
Ecco cosa ha scritto il direttore del Corriere dello Sport: "La fiducia nei giovani, i progetti di sviluppo dei vivai, il coraggio, il made in Italy, tutte le belle cose che ci siamo raccontati in un mese di successi europei e allegria nazionale, e insomma il modello Mancini applicato al campionato? Semplicemente l’illusione - temo - di qualche giorno: un’ipotesi di gestione sana e intelligente accantonata per colpa di un decreto governativo che si chiama “Crescita” ma che della crescita non presenta i caratteri. (...) Il Decreto Crescita si sta rivelando un autentico boomerang, visto che per ottenere una significativa agevolazione fiscale le squadre di serie A e B al momento della scelta tra uno straniero da fuori e un italiano (da dentro) privilegiano sempre il primo. In due parole: un calciatore italiano che percepisce uno stipendio netto di 3 milioni a stagione ne costa circa 6 al club; uno straniero con lo stesso ingaggio, 4 e mezzo. Questo squilibrio ha addirittura indotto l’Associazione degli agenti a chiedere alla Federcalcio di intervenire presso il governo poiché il decreto produce un danno indescrivibile ai nostri, potenziali futuri azzurri inclusi. La Nazionale di Mancini ha dimostrato che si può vincere anche senza i fuoriclasse da 30 milioni l’anno. E non esiste un momento più giusto di questo per investire sui nostri giovani e rilanciarci seriamente”.