Lo chiamavano Re Carlo. La sua sete di conquista non si placava mai, nemmeno dopo una carriera che l'aveva visto vincere in cinque campionati diversi tra Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna. Nemmeno dopo aver vinto cinque Champions League dal 2002-2003 ad oggi aveva intenzione di fermarsi. 

Perché come i più grandi conquistatori della storia dell'umanità, da Alessandro Magno a Cesare, passando poi per Gengis Khan e Napoleone, Carlo Ancelotti non ha mai avuto la benché minima intenzione di accontentarsi di quanto di straordinario aveva già conseguito nel corso del suo lungo e decorato operato.

Anche dopo la vittoria più ordinaria - seppur arrivata dopo tanti stenti - contro la Real Sociedad, ci si rende conto del fatto che il tecnico del Real Madrid si è strappato l'ennesima soddisfazione di una carriera irripetibile per i più nella storia del calcio. Un record che la dice lunga sulla sua attitudine da vincente cronico, capace di abbattere le barriere del tempo e di riuscire sempre ad essere al passo con i tempi anche a distanza di 30 anni dal suo debutto come allenatore.

Ancelotti
Ancelotti

Il 3-2 sofferto contro l'Alaves, e Mbappé si sta attivando…

Fino all'85° minuto, la partita di ieri sera era stata decisamente ordinaria per il Real Madrid. L'espressione del calcio dei Blancos era sempre la stessa, con Carlo Ancelotti che dirigeva il traffico di tutti quei campioni con il suo solito aplomb. 

Inoltre, Kylian Mbappé sta finalmente iniziando a prendere le sue misure per integrarsi al suo meglio in un campionato diverso dalla Ligue 1. Il francese non si è soltanto sbloccato dal punto di vista realizzativo (sotto quel punto di vista, i tanto vituperati rigori aiutano), ma ha anche iniziato a segnare quei gol tipici del suo bagaglio tecnico. Il gol segnato nella partita di ieri sera dall'Alaves ci restituiscono quelle che sono le reali qualità del francese.

Gli ultimi minuti sono stati però traumatici per le Merengues, con l'Alaves che ha accorciato le distanze e che ha causato non pochi brividi sulla schiena di Ancelotti, che rischiava di non festeggiare proprio la 300° panchina della sua carriera con il Club più prestigioso al mondo.

La Streak di imbattibilità prosegue ancora: si punta alla quota di 40

Se già il traguardo delle 300 panchine alla guida del Real Madrid sono da intendersi come un traguardo straordinario (sui successi ottenuti non serve nemmeno dilungarsi), Carlo Ancelotti è riuscito a conseguire un altro record altrettanto eccellente.

Nella serata di ieri, infatti, Carlo Ancelotti è diventato il primo allenatore nella storia della Liga a rimanere imbattuto per ben 39 partite consecutive della Liga. In questo stint, i Blancos hanno conseguito 29 vittorie e 10 pareggi, senza mai subire l'onta della sconfitta. Per ritrovare l'ultima sconfitta delle Merengues, si deve risalire allo sgambetto dell'Atletico Madrid del Cholo Simeone del 24 settembre dell'anno scorso.

Una striscia di imbattibilità a dir poco storica, che ci restituisce di nuovo l'immagine di un allenatore straordinario nei traguardi conseguiti nel corso di una carriera stratosferica.

La Liga s'ha da fare contro questo Barcellona?

Di fronte a questi successi e soprattutto alla luce della rosa che il Real Madrid ha allestito negli anni, ci si aspetterebbe che Carlo Ancelotti possa arrivare alla vittoria della terza Liga in quattro anni.

Un successo che avrebbe dello straordinario, ma che per arrivare dovrà passare attraverso lo scoglio rappresentato dal Barcellona di Hansi Flick. I blaugrana sono in una forma straordinaria, in sella ad un Lamine Yamal a dir poco commovente per il calcio che esprime e ad un gioco corale illuminato in cui Raphinha potrebbe arrivare all'apice della sua carriera. Un gioco che potrebbe permettere al Club catalano di essere una pretendente per la vittoria della Liga.

Nonostante lo squadrone allestito dalle Merengues, questo Barcellona è una seria candidata al titolo nazionale spagnolo, e saranno sicuramente una bella gatta da pelare anche per uno dei migliori allenatori della storia del calcio.

Lamine Yamal
Lamine Yamal esulta dopo il gol alla Francia (ph. Depositphotos)
Per chi tifano i giornalisti sportivi? La fede calcistica di Caressa, Zazzaroni e gli altri
Varane, è addio al calcio a soli 31 anni: si conclude una carriera da vincente cronico

💬 Commenti