Massimo Terracina racconta i suoi incontri con i grandi campioni dello sport. Oggi il protagonista è la stella NFL Eddie GeorgeNella mia vita sportiva ho giocato per 20 anni a football americano, molti dei quali in massima divisione. Ho avuto il privilegio di fondare i Warriors Bologna e di giocare anche con Towers e Virtus, giocando un po’ di finali, ma vincendone solo una a 40 anni. Il mio primo numero, il 27 e il mio primo ruolo running back. Questo come antefatto del racconto che vado a farvi. Poi la mia professione di giornalista turistico mi ha portato in USA dove qualche anno fa a New Orleans si svolgeva una manifestazione fieristica professionale. Immaginate il mio stupore quando sul palco del grande “luncheon” dove si siedono per un cold lunch oltre 5mila delegati è apparso Eddie George, un nome a me noto nei panni di Billy Flinn nel musica Chicago a Broadway e con la coagnia “on tour”. Per un signore che ha vinto l’Heisman Trophy con Ohio State quando era all’università nel 1995 (come il nostro pallone d’oro per loro), ha giocato 9 stagioni nella NFL portando il mio numero, il “27”, otto delle quali per Houston e una a Dallas, ha vinto il trofeo rookie dell’anno nel 1996, è stato convocato a 4 Pro Bowl, e si è ritirato con oltre 10mila yds guadagnate, oltre ad avere disputato un Super Bowl, perso contro i Rams, non è male. Poi la trasformazione da attore/cantante/ballerino a Broadway dove ha recitato in God's Trombones (Belcourt Theatre), Julius Caesar and Othello (Nashville Shakespeare Festival) e The Whipping Man (Nashville Repertory Theatre), oltre al già menzionato Chicago. Questo l’antefatto. Poi una sera durante questo evento, il party di NYC&co, l’ente di promozione turistica della Grande Mela, ed ecco l’incontro con il grande (in tutti i sensi, 1,91m x 110kg) ex running back. E allora dopo le presentazioni di rito scattano le chiacchiere sulla sua carriera, il suo stupore nel sapere che c’è un campionato anche in Italia, ma soprattutto la simpatica querelle sulla differenza di stazza atletica, (io sono solo 1.80 x 92) l’identità di ruolo giocato e di numero, e tutte le facezie cha accompagnano gli (ex) sportivi quando si incontrano. Certo il suo livello era davvero differente, non paragoniamoci nemmeno, ma la sostanza resta la stessa: la passione per il gioco, il ruolo, per lui professionismo per me solo legnate e poi una ulteriore passione per il musical, la musical comedy, una espressione artistica di grande levatura per lui da protagonista, per me da estimatore. Un dialogo simpatico e informale, ma si sa tutti i grandi sportivi americani sono davvero easy going…e non solo loro. Come quando incontrai in ascensore Jane Fonda e Ted Turner, i quali si fermarono a chiacchierare amabilmente con me, attratti dal mio essere italiano, senza fronzoli né “Leinonsachisonoio”. Eddie ha davvero segnato la NFL, la lega professionistica, e vederlo così oggi, imponente e attivo nel mondo teatrale, evidentemente segno di grande poliedricità, depone di certo a suo favore. Resterà impresso in me il suo sguardo divertito quando gli ho spiegato la parte sportiva che condividevamo. E lo capisco anche…In Italia con la sua corporatura sarebbe stato un uomo di linea!!! Peccato li in torno non ci fosse un “ovale”, avremmo potuto fare due lanci.
Calciomercato Bologna, due difensori sul taccuino di Sabatini
Continua il cammino superlativo della Fortitudo: battuta Verona di 25 punti

💬 Commenti