Parole forti, che non lasciano spazio ad altre interpretazioni e che aprono nei confronti del calcio che verrà un mondo nuovo, fatto di idee e rivoluzioni. A pronunciarle è Aurelio De Laurentiis, il quale si sa non è mai banale nelle sue dichiarazioni tant'è che ha espresso senza mezzi termini l'esigenza di porre fine alla “dittatura” Uefa: il calcio malato ha bisogno di nuova linfa, nuova pelle. Questo il suo punto di vista espresso su Radio 24 nella trasmissione "Tutti convocati" :

“Basta restare ancorati al passato. Giochiamo troppo, sottoponendo i nostri calciatori a rischi inutili e gravi infortuni, i quali possono generare pesanti minusvalenze. Il mercato è sempre più esigente ma i proventi, circa 900 milioni di euro sono nella mani della Uefa e non si sa che fine fanno. Siamo tutti responsabili dell'allontanamento delle giovani generazioni, il gioco del calcio non si è mai rinnovato. E' vecchio. Superlega? No. Agnelli voleva farla per una èlite. Oggi è sbagliato continuare a fare competizioni europee, facciamo un campionato europeo e investiamo 10 miliardi, dove le prime 6 di un campionato importante o la prima di uno minore si sfidano in partite secche. Bisogna creare alchimia con il tifoso virtuale presente sulle piattaforme”.

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