In un articolo scritto sul quotidiano Libero, l'ex dirigente bianconero, Luciano Moggi, risponde a così alle recenti parole di Franco Carraro sullo scandalo Calciopoli: "Tutto giusto se non avesse poi commesso l’errore di dire che quel titolo era solo il prodotto di un potere, che stride e contrasta con quanto da lui ammesso in precedenza sulla reale forza della squadra bianconera. In sua difesa, confessa di considerare un errore non aver cambiato i designatori Bergamo e Pairetto, cercando ovviamente di far pensare alla gente, in maniera subdola, come proprio i due fossero l’arma di quel potere. Sarebbe stato sicuramente meglio per lui se avesse taciuto questo particolare perché le intercettazioni raccontano una verità diversa dalla sua, cioè che era lui ad esercitare un potere sovrano cercando di orientare persino le retrocessioni, quando ad esempio dice a Bergamo: «Secondo me gli arbitri non ti danno più retta e comunque per domenica non si può fare niente perché la Lazio va a giocare a Milano, ma dalla prossima settimana va aiutata al pari della Fiorentina»".

 

Moggi conclude: "Chissà poi perché a Milano non si poteva fare niente, forse c’era il pericolo di danneggiare qualche milanese che competeva per il traguardo finale? Perché era già nota la sua intromissione anche in merito alla conquista del titolo, quando ad esempio, nel novembre del 2004, in occasione di Inter-Juve, chiamò il designatore Bergamo e gli intimò: «Chiama l’arbitro della partita, Rodomonti, e digli di non favorire la Juve». Di contro, e purtroppo per lui, non risultano invece intercettazioni da parte di quell’ipotetico potere inteso da Carraro alla ricerca di aiuti da parte dei designatori per vincere le partite. Tacere per Carraro sarebbe stata un’occasione d’oro ma l’ex presidente federale evidentemente non l’ha saputa cogliere". 

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