Senza Inzaghi rinasce Santander. Godiamo del successo ma guardiamo avanti
II successo di San Siro porta la firma di Santander e Mihajlovic. Soddisfazione per la vittoria ma nessuno spazio per le rivincite
In mezzo a tante belle cose, alle Luci a San Siro che si sono accese come Roberto Vecchioni auspicava, ci sono solo due piccole preoccupazioni. Che non si scoperchino i tombini delle rivincite perché se ci siamo ridotti a competere con l'Empoli, fosse anche solo per un giorno - e con tutto il rispetto per i toscani -, questo significa solo che il livello a cui siamo scesi è vergognoso e ciò per causa di proprietà e gestione del club (la gestione è lì perché lo vuole la proprietà, se qualcuno si fosse scordato). La seconda cosa è credere che il nostro orizzonte si sazi con la salvezza, ennesimo timbro a una discesa verso gli inferi che si è, speriamo non temporaneamente, arrestata grazie al vento di rinascita mihajloviciano. Poi attendiamo che il "we must change, and we will change" si materializzi. Possibilmente entro questo secolo.Il miracolo è forte, perché il Bologna ha scaraventato con nonchalance nel rusco tutta la sosta, in cui ha giganteggiato l'ennesima brillante idea di mister Inzaghi (quello che doveva creare il nostro rilancio dopo i "disastri" donadoniani), ovvero far fare a Santander, nelle 4 gare a cavallo delle feste (solo a Napoli ha giocato metà partita), 310' più i recuperi. Ad Asunciòn il Ropero si è leccato le ferite ed è rientrato più morto che vivo. Eppure niente, se non arriva la valanga frusinate sarebbe ancora qui a deliziarci con le sue analisi pre e post partita, i suoi toni piccati verso stampa e rosiconi, il suo giocare con un 9-1, o forse 10-0, che violava tutte le leggi di minimo attacco alla difesa avversaria. Ascoltavo qualche giorno fa sbalordito Riccardo Bigon (uno che ho sempre difeso) tentare di giustificare una gestione tecnica disastrosa, che tra l'altro causerà la sua cacciata. Masochismo puro.
Come era prevedibile, anche per un puro fatto numerico, Sinisa ha agito più sui vecchi che non sui nuovi. Dei tre acquisti disponibili due sono andati in campo ma uno ha retto metà gara perché chi non gioca da tempo è un ...rinforzo sub judice, troppi rischi di stop di origine muscolare. Quattro ci sono da luglio, e cinque erano in rosa anche l'anno scorso. Mihajlovic ha alzato la squadra, l'ha fatta pressare ma soprattutto ha incoraggiato l'autostima. Voglio pubblicamente ringraziare mister Donadoni, se non si incaponisce e non si incazza con tutta la nostra dirigenza (che gli aveva appena recapitato i mirabolanti Falletti e Avenatti) il miglior giocatore rossoblù, Rodrigo Palacio, mai giunge (specifichiamo: gratis, ingaggio a parte). Una stella "non progettuale", però indispensabile. Per tre allenatori, quindi nulla di casuale.
Tutti gli indicatori aritmetici esibiscono un progresso della squadra. I duelli aerei, i falli commessi, le diagonali o i passaggi riusciti. I ragazzi sono stati concentrati, hanno lavorato con profitto. E al mister serbo dico io un grande grazie, ma non per la vittoria, bensì per le porte aperte a Casteldebole. Sono passati troppi allenatori scalognatori che hanno eretto teli neri e muri neanche fossimo sotto Trump o Stalin.
Non sarà sempre festa, ma oggi nessuno sacramenta contro micragnosità o incompetenza. L'ultimo suggerimento a tutti è di godere del successo, un fatto così raro, senza stare lì a perdersi dietro questo o quel commentatore. Se anche una voce nota, autorevole e popolare sbaglia - ammesso e non concesso - su Santander, beh il problema del Bologna sarebbe quello?
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