Tempi duri per chi abita a Basket City. Non guardiamo neanche i risultati di stasera, guardiamo piuttosto la classifica: la Fortitudo è ultima ma salva perchè la situazione di Roma è una garanzia; la Virtus è quinta, a metà classifica, in una aurea mediocritas che non si immaginava e che per questo, forse, non riesce a risolvere. Intanto è arrivata la terza scionfitta casalinga. Ma è davvero casa quel gioiello con neanche 100 persone in tribuna ?

Buona sera a tutto il popolo virtussino

Lo confesso: ero alla Segafredo Arena, sicuro di vedere una bella partita. E questa attesa generica, non è stata delusa: Brindisi è una bella squadra, più pimpante della Virtus in questo momento, più convinta e dunque più convincente. In compenso la Virtus è un mistero. Era un segreto di Pulcinella che il giocatore fermato perchè positivo fosse Abass: una visita a casa, non un comportamento scandaloso, la ragione del suo stop. Markovic era in panchina, ma inutilizzabile. Chi ha giocaro è stato intermittente, come Teodosic, o evanescente, come Abass, che pure ha chiuso in doppia cifra come dicono i sacerdoti delle statistiche che non dovrebbero tenere messa. Adams non difende, dunque il, saldo è negativo. A Venezia festival dei palloni recuperati, e vittoria. Contro Brindisi Pajola non ha replicato gli straordinari nei recuperi, in compenso l'attacco ha perso molti più palloni. A parte una fiammata, a cavallo tra terzo e ultimo quarto, dopo essere finita sotto di 19, la Virtus in pratica non si è vista. Ma il segnale era stato fortissimo all'inizio: fa impressione che la liturgia del prepartita non sia cambiata senza gente al Palazzo, e senza gli effetti speciali della Nba. E sentire il buon Fioravanti  esordire da speaker urlando Buona sera a tutto il popolo virtussino a un'arena tristemente vuota non mi ha fatto pensare a un suo errore, piuttosto mi ha fatto pensare che l'episodio sia una fotografia del momento del basket. E'cambiato tutto, ma sotto canestro non cambia niente. E questa era la settimana della lettera di Messina, delle partite rinviate in coppa, di addirittura due partite del campionato rinviate. Poteva succedere tanto, non è successo niente.

Lo sconforto di Baraldi

Ho parlato con Baraldi all'intervallo: aveva già capito come sarebbe andata a finire. Non gli avevo chiesto una intervista, dunque non è giusto riportare quanto mi ha detto. Tanto, a essere sinceri, il suo pensiero lo conosciamo abbastanza bene tutti e contro Brindisi si capiva anche benissimo il perchè di tanto sconforto: una arena vuota non è, come dice qualcuno, la dimostrazione di una difesa del prodotto, è semmai la dimostrazione di una situazione che va avanti per inerzia, senza che nessuno abbia una soluzione. E senza che il campionato nel suo complesso cerchi una soluzione. Se a breve i problemi di Roma diventeranno definitivi, un pericoloso cloroformio addormenterà la stagione lasciandoci solo da aggiornare la triste contabilità di contagi e partite rinviate, in una stagione che non è più normale. Allora, dico una cosa non da tifoso ma da appassionato di basket e da operatiore della comunicazione. E'la stessa cosa che dicevo e dicevamo negli anni scorsi: speriamo che Armani non si stufi di non vincere niente. Adattata alla Segafredo la speranza non è il suggerimento di una scorciatoia per far vincere Bologna, è piuttosto la consapevolezza che certi investimenti, e si parla dell'Arena più che della squadra, una progettualità anche europea, non sono meritati dal basket. Ringraziare Zanetti in questo momento è un obbligo non solo bianconero: bisogna trovare un rimedio per non ritrovarci tutti più poveri.

Dado, sei sempre uno spettacolo

Stavo tornando a casa. Pronto a cercare una frase per il momento di Basket City nel libro di Kobe Bryant: da quando ho promesso una pillola al giorno non ho mai mantenuto l'impegno. Ricevo una telefonata di Beppe Signori: "E'morto Ivo. Non ce l'ha fatta". Ivo è Ivo Gandolfi, la Braseria prima, il Campione poi, casa per tanti di noi suoi figli adottivi come Beppe e come me, e fratelli adottivi di Simone. Ivo è tanti ricordi: è l'affetto sincero per chiunque, e ancor più per chi ha lo sport addosso, giocatori, allenatori, giornalisti, tifosi, tutti. Ivo è il suo grido di benvenuto, Dado, che spettacolooo. Ivo è, non ci voglio neanche pensare che non ci sia più. Voglio un ultimo prosciutto e melone con fichi perchè è vero che da te la frutta è la migliore, poi dei passatelli. Non mi alzo da tavola: ti aspetto per un'altra chiaccherata. Ciao Dado

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