Il Governo rallenta sulla ripresa del calcio. Il protocollo presentato dalla Figc non soddisfa a pieno Spadafora e i decessi per Covid-19 sono ancora troppi Governo-FIGC: atto secondo. Se è vero che nella giornata di domani le due parti si incontreranno per discutere assieme il protocollo sanitario presentato dalla Federazione e volto a una ripresa degli allenamenti per il prossimo 4 maggio, la sensazione è che il Governo sia intenzionato a rimandare la ripresa dei training a causa del costante numero di morti causati quotidianamente dal virus Covid-19. Per questo motivo, è probabile che il ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora chieda alla commissione medico scientifica della Federazione Italiana Giuoco Calcio di presentare un nuovo protocollo sanitario. Le misure previste dall’attuale formulario imporrebbero dei ritiri blindati per quindici giorni, ma al contempo l’assenza del personale sanitario dei club e di quello della federazione medici sportivi costituisce una lacuna pesante nell’operazione di controllo che ciascuna società dovrà sottoporre ai propri giocatori. Il mancato rispetto da parte di alcuni giocatori del protocollo già presentato dalla Figc – vedi il caso di Lucas Leiva, centrocampista della Lazio impegnato più volte a Formello con un preparatore nel lavoro di recupero in piscina e in palestra – non è di certo un fattore di fiducia nei club per il Governo, ancor più scettico sulla ripartenza precoce del calcio a causa delle possibili trasgressioni delle misure cui e le società e singoli calciatori potrebbero andare incontro.
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