Il compleanno di una persona è un fatto privato. Talmente privato che oguno di noi ha un amico che invece di essere felice si è arrabbiato quando gli abbiamo orgnizzato una festa a soprpresa. Il compleanno di una istituzione o di un gruppo sociale, nel caso specifico i 100 anni della Federazione Italiana Pallacanestro, è invece un fatto che riguarda la collettività e nessuno ha, dovrebbe avere il diritto di impedire una festa che, oltre tutto, non riguarda solo il presente ma anche il passato. Ma questo è quello che è successo e sta succedendo con i 100 anni della Federbasket. Il comitato regionale lombardo ha pubblicato un suo libro, ieri è stato presentato al Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo ( un francobollo ??? ), oggi alcuni soci della Liba, non solo italiani,hanno partecipato all'udienza papala in Sala Nervi. Tutto qui ? Con una aggiunta: pagina intera della Gazzetta che racconta oggi del restauro del playground forse più famoso del mondo, reso possibile dall'associazione dei giocatori Nba che hanno rimesso a nuovo il campo del Rucker Park, come da noi, giusto aggiungere, Slums Dunk e il gruppo dei Charlatans fanno con strutture messe persino peggio, con la stessa passione e meno attenzione da parte dei media. Quindi, di nuovo, la domanda: tutto qui ?

Vogliamo solo giocare

Il basket è una tribu', per me lo sport in senso lato ( e ancor più certe discipline ) è il più antico e collaudato dei social network. Corriamo tutti dietro allo stesso pallone. Nell'Nba, in Euroleague, in Lba, in tutti i campionati nazionali e locali, nel minibasket, nel basket in carrozzina, nel bask-in. Quindi, se sentiamo il grido di qualcuno di noi, Vogliamo solo giocare, ci tocca ascoltare.

Questa è la storia di uno di noi ...

...anche lui cresciuto su un campo da basket, tanto cresciuto da essere arrivato a conseguire la laurea in architettura, decidendo comunque che gli piaceva di più costruire case con un canestro, palestre, luoghi di incontro insomma. Questo amico si chiama Massimo Antonelli. Ha vinto uno scudetto, ha giocato anche in Nazionale, ma non è da questo che lo dobbiamo misurare: un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia. Massimo prima si è inventato un metodo, Music basket, per insegnare meglio i fondamentali, legando certi esercizi alla musica come viene naturale a tutti i ragazzini. Poi, il salto di qualità. Ispirato dalla filosofia del giving back che impegna chi ha avuto tanto da un ambiente a restituire altrettanto, senza che nessuno perda tempo a fare misure  con pesi e bilance, e con qualche compagno di vita e non solo di sqquadra, si è impegnato a Castelvolturno. Provincia di Caserta, la più grande comunità africana in Europa: gente che sappiamo quanto ha penato per arrivare qui, gente che lavora e che pure non sempre ha i documenti in modo che tutti possano riconosciuti come persone; e anche figli di questi uomini e di queste donne che, nati in Italia, non sono riconosciuti come italiani, con una negazione di diritti elementari che già è un pugno nello stomaco. Se già è sbagliata la legge dello stato, non possiamo accettare, in assoluto e nel pieno dei festeggiamenti ( ??? ) per i cento anni della Federazione Pallacanestro, ovvero di tutti noi appassionati dello stesso pallone, che sia sbagliata anche la legge dei canestri. E infatti qualche anno fa fu emanata la legge Tam Tam che doveva e voleva appunto proteggere le squadre di Massimo perchè potessero giocare nei campionati regionali, così piene di stranieri per le regole dello sport e di ragazzi italiani per la vita quotidiana. Oggi quella stessa norma, che era stata trovata appunto perchè cercata, non vale più: i ragazzi sono cresciuti, dunque non possono giocare in campionati di interesse nazionale. E, cosa brutta, davvero brutta, la Federazione si nasconde dietro una foglia di fico: ha chiesto alla altre squadre se accettavano di giocare contro Tam Tam e le societò interpellate hanno detto di no.

Il lockdown

Il Covid una cosa ci ha insegnato: un virus si combatte con comportamenti virali, ovvero quante più persone si comportano correttamente tanto meglio funziona per tutti. Durante il lockdown, per inciso, Massimo Antonelli, che non è un santo ma si comporta come se davvero il basket fosse una religione che puo'guarire tutto, andava a casa dei suoi ragazzi che non potevano andare in palestra e gli portava canestro e palloni. L'impegno ha prodotto un risultato: Tam Tam Basket, che bello il nome del progetto, il suono del pallone che rimbalza, sul parquet ma anche per strade...sgarrupate, si è fermata per il Covid, ma è stata capace di riprendere appena possibile. Adesso invece rischia lo stop. Non serve nemmeno dire cosa significhi una disillusione del genere per dei ragazzi e delle ragazze che nel basket vedono forse l'Italia migliore che abitano. Non ci può essere un lockdown dell'impegno, del giving back che ispira Antonelli. Non ci si comporta in modo sociale e social a intermittenza. Lo stesso dovrebbe fare la Federazione e mi rivolgo a Petrucci proprio perchè presidente della Federazione e di noi tutti. Non ha il diritto di raccogliere risposte ma il dovere di dire a quelle società che sbagliano a non voler giocare con Tam Tam, se non altro perchè con viene prima di contro. Non ha il diritto di voltarsi dall'altra parte e dire che questa celebrazione silenziata è un segno di sobrietà perchè invece è un segno di resa, e ha piuttosto il dovere di assumere una prerogativa del suo ruolo. Un Presidente, e lui è Presidente della Repubblica dei Canestri, con proprio decreto può concedere la grazia. La grazia, pensa un po', di far giocare a basket dei ragazzi che non chiedono altro. Io dico che bisogna far partire un bel Tam Tam su questa vicenda fino a quando non la risolviamo tutti insieme. Con il coinvolgimento di tutti, contro nessuno.

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