Il Diavolo soddisfa la sete di Champions. Gattuso, conquistato il 4° posto è già tempo di conferme. E il recupero degli infortunati sarà il valore aggiuntoGrinta, gruppo, orgoglio. Sono queste le basi da cui può ripartire Gennaro Gattuso dopo la sofferta vittoria conquistata ieri sera contro il Genoa. Se da un lato “era da tempo che non si vedeva una costruzione di gioco come quella dei primi 25 minuti del match”- come ha sostenuto l’allenatore rossonero a fine gara -, dall’altro la squadra ha commesso diversi errori di concentrazione che hanno rischiato di compromettere un risultato messo in cassaforte, agli occhi dei più, già nella frazione iniziale di gioco. Il gol realizzato da Suso dopo appena 4 minuti dall’apertura dell’incontro, infatti, avrebbe messo in discesa il proseguo della partita se i meneghini non si fossero praticamente spenti tra il 35’ e il 60’. “Purtroppo qualche errore di troppo ci ha fatto perdere sicurezza e ci ha mandato un po' nel pallone, soprattutto nella costruzione da dietro. Anche stasera ci siamo complicati la vita prendendo un gol incredibile, ma essere riusciti a portare a casa la vittoria è un ottimo segnale”. L’analisi del condottiero del Diavolo, lucida e cruda come sempre, mette a nudo i pregi e i difetti di una rosa dal doppio volto. Gli svarioni difensivi rischiano, infatti, di diventare una vera e propria consuetudine per un Milan che, dopo due trionfi consecutivi e la conseguente quarta posizione in graduatoria raggiunta, sarà chiamato a confermare di meritare la zona Champions. Quel che più risalta, in casa Gattuso, è infatti la certezza dello stesso risultato nonostante il cambio degli addendi: ieri, il tecnico calabrese ha dovuto schierare dal 1’ Tiémoué Bakayoko davanti alla retroguardia al posto dell’infortunato Biglia. Il francese, dopo un inizio di gara positivo, si è rivelato una pedina da recuperare quanto prima dal punto di vista mentale prima ancora che fisica, specie considerando che il compagno di reparto argentino sarà costretto a sostare in panchina ancora per un po’. Le avvisaglie di leggerezza mostrate da Bakayoko in fase di disimpegno già nel primo tempo sono arrivate al punto di meritare l’oscar della serata-horror di Halloween al minuto 56’, quando il centrocampista, nel cercare invano di giocare la palla all’interno dell’area di rigore, ha letteralmente regalato agli ospiti un pareggio fortunoso. L’errore è alla base: va bene costruire l’azione dalla difesa, ma a volte sarebbe meglio spazzare via la sfera, specie in caso di pressing alto dei rivali. Bakayoko, tuttavia, è anche riuscito a porre rimedio al male commesso, alienandosi dagli assordanti fischi di San Siro e mettendo a referto una prestazione di livello dal 60’ in poi. Una buona radice, quest’ultima, per crescere quanto prima di condizione e ritrovarsi dopo la scialba esperienza al Chelsea e l’inizio di stagione di certo non esaltante con la maglia rossonera.Pensare che il classe ’94 altro non sia stato che il riflesso di tutta la squadra non è il massimo per chi continua a dover migliorare i propri giocatori dal punto di vista dell’attenzione tecnico-tattica. Tutto il Milan, infatti, dalla mezz’ora sino al pareggio incassato, ha smesso di giocare a calcio, concedendo metri e convinzione agli avversari e regalando qua e là palloni velenosi ai medesimi. Il fattore più strano è che probabilmente agli uomini di Gattuso serva sempre un gol per tenere alto il livello della tensione e dell’impegno: difatti, subito dopo il pari firmato da Kouamé con la complicità di Romagnoli, i meneghini hanno invaso il campo rivale assediando il Grifone sino ai minuti finali della gara, quando lo stesso capitano classe ’95 ha sancito i 3 punti in favore dei suoi grazie a un pallonetto di rara bellezza e precisione sulla ribattuta non impeccabile in uscita di Radu. Quando non brillano Higuain e Cutrone - anche per via dei meriti del portiere oppositore -, inoltre, Gattuso può puntare sul proprio numero 8, Suso Fernandez: l’esterno spagnolo è un insaziabile cecchino quando viene fatto rientrare, vedere la porta e calciare di sinistro e il gol di ieri ne è testimonianza inconfutabile. Rivalorizzare le note ancora bemolli di elementi indispensabili alla fluidità della manovra quali quelle di Calhanoglu e Kessie e recuperare quanto prima gli infortunati Bonaventura, Biglia e Calabria può rendere l’opera completa per il match più difficile della stagione, quello che i rossoneri disputeranno contro la Juventus di Massimiliano Allegri tra dieci giorni, a San Siro. La trasferta di mezzo di domenica prossima a Udine, tuttavia, non è da sottovalutare per Gattuso e co. I friulani si sono rivelati avversario ostico, negli ultimi anni, per il Diavolo, che, ciò nonostante, in caso di bottino pieno, si porterebbero a ridosso del terzo posto occupato dal Napoli, inferiore di un gradino solo per differenza reti rispetto ai cugini rossoneri dell’Inter.
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