Fabrizio Ugo (cardiologo dello sport): "N'Dicka e Giani casi diversi, ma sul defibrillatore..."
Il medico è intervenuto relativamente ai due casi che hanno scosso il calcio italiano domenica scorsa. Ecco cosa ha detto
Fabrizio Ugo, cardiologo dello sport, ha rilasciato un'intervista per la testata Tuttosport. Durante la chiacchierata ha parlato del caso di N'Dicka, per fortuna in ripresa e senza conseguenze, e Mattia Giani, giocatore di eccellenza nel Castelfiorentino, colpito da arresto cardiaco e tragicamente deceduto lunedì. Importante il suo punto di vista sull'utilizzo del defibrillatore.
Il malore di N'Dicka, difensore della Roma
Nella scorsa partita con l'Udinese, il centrale romano si era accasciato a terra dopo un malore. Uscito in barella e trasportato subito all'ospedale, il calciatore è poi stato dimesso in breve tempo. Sul suo caso il cardiologo Fabrizio Ugo ha parlato così:
Nel caso di N'Dicka si è vista una caduta a terra dopo un contatto fisico, ma non c’è stata perdita di coscienza. Il suo non è dunque avvicinabile a episodi come quelli di Morosini o Bovolenta. La causa dovrebbe essere quella di uno pneumotorace da trauma, un collasso del polmone che può anche capitare spontaneamente nei giovani tra i 15 e i 17 anni, in particolare se con fisici longilinei e magrolini.
Il tragico decesso di Mattia Giani: calcio italiano in lutto
Purtroppo tutt'altro esito ha avuto l'arresto cardiaco che ha colpito Mattia Giani, un ragazzo militante nel campionato d'Eccellenza toscano. Su questa tragedia il dottor Fabrizio Ugo si è espresso in tal modo:
Quanto capitato a Giani è diverso. Nel suo caso si è trattato di un arresto cardiaco e le circostanze hanno concorso al consumarsi del dramma. Cosa può fare la differenza in questi casi? L’arrivo con la giusta tempistica del defibrillatore, l’unico strumento che può salvare la vita.
Il cardiologo ha poi evidenziato come nel nostro Paese non ci sia abbastanza preparazione e competenza nell'usare questo strumento. Chissà che un dramma simile non possa quantomeno portare consapevolezza di questo limite. Riguardo al defibrillatore infatti, il medico ha affermato:
Deve però esserci qualcuno capace a usarlo, anche personale “laico” e non medico. Sono inoltre necessarie la presenza di un’ambulanza sul posto e, in ogni caso, di un medico su quella che viene chiamata. Nel caso di Giani pare che tutto questo sia mancato, così la giusta comunicazione con i soccorsi. Nel nostro Paese siamo ancora indietro circa la sensibilità sulla presenza e l’uso del defibrillatore.
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