Portiamo sfiga persino a chi non viene. Non riesco a essere deluso perché non mi sono mai illuso
Il nuovo Director's Cut fa il punto sul mercato appena concluso e su come il Bologna ha operato
Il bello è che portiamo sfiga persino a chi non viene. L'infortunio muscolare a Supryaha è il simbolo della luna nera che aleggia su Casteldebole. L'ucraino non ha mai avuto vere chances di venire, ed è quasi comico che per tutta l'estate lo si è rincorso (probabilmente in virtù del fatto che sarebbe stato un acquisto con cessione già programmata, diversamente mai da Montreal sarebbe arrivato un ok) senza predisporre la minima alternativa. E ciò ha suscitato l'unico scatto d'ira di questo Sinisa baldanzoso con la stampa ma tenero con il management e la proprietà (troppo? Probabile). Ogni riferimento a Santander, aggregato per forza, è talmente velenoso dal sembrare quasi irreale. E gli addendi di Calabresi e - forse - Paz, uno che finora non ha giocato nemmeno se l'alternativa fosse stato il sottoscritto (tipo Corbo, peraltro prestato, così almeno va in campo), certo, sono meglio che niente, ma agli occhi del Mister poco di più.
Il contesto è talmente mutato in modo radicale che indicare il Covid 19 come refugium peccatorium suona beffardo per chi ha avuto la malattia. Mihajlovic ha condotto la prima stagione a 300 all'ora ridando vita a un club sostanzialmente morto e a una piazza la cui ambizione era già stata mortificata; però in quei mesi inzaghiani erano anche saliti sui genitali degli appassionati in modo più serio. L'anno scorso comincia con il flirt con la Roma, prosegue con il corpo a corpo con la leucemia e finisce con una squadra che fa un punto a partita (e prosegue, oggi). Poi arriva anche il Covid, quello vero, non il paravento comodo per smettere di spendere e la "normalizzazione" dello stesso mister che si era "declassato" per far crescere agonisticamente un contesto che però si rifiuta di farlo (programmazione, pianificazione e "progetto" sono belle parole. Appunto).
Poi sono anche quello che stavolta non se la sente di dar torto del tutto a Saputo. E' ben vero che lui ha comprato il club a zero euro (mettendoci 35 milioni a coprire i debiti. Commisso, il vituperato "guappo" che a Firenze hanno scorticato per la cessione di Chiesa, un po' più duri dei petroniani compiacenti e ossequiosi verso il potente di turno, ne ha sborsati 150 per acquisire la Viola dai Della Valle. Per dire, eh...e senza centro sportivo) e ha mediamente alimentato con 18 milioni l'anno il mercato, il che non ti avvicina all'Europa neanche se fai l'Inter Rail.
Che Saputo oggi si sia seccato di dovere continuare a coprire dei meno in bilancio è legittimo. C'é una struttura dirigenziale faraonica, o dimagrisce o lavora meglio oppure ...fate voi, è il pensiero quebecoise. Poi lo stadio. Proprio sicuri che Merola metta 30 e il chairman 90/100? Io attendo, non ho queste certezze assolute.
Così il mercato, le bugie un po' pietose, tipo "siamo numericamente a posto", con Poli e Djiks già in sala operatoria, sono solo il continuum di questi sei anni. Il campionato andrà avanti regolare o si fermerà ma qui si resterà sempre a mezza gamba, affondare il colpo non interessa a nessuno e disturba, avrebbe detto Mondino Fabbri, il "tram tram" quotidiano.
Che l'ultimo giorno si corra dietro a tutti i centrali d'Europa (offrendo cash risibile) è solo l'ultimo episodio. Io non riesco a essere deluso perché non mi sono mai illuso. Mi fanno un po' tenerezza e tanto incazzare quelli che difendono la Cittadella, rimandando di anno in anno un giudizio definitivo.
Capisco chi lo fa di mestiere e adesso demolisce Guaraldi dopo averci banchettato tra canocchie e coniglio in porchetta: ronzare lì intorno porta vantaggi. Chi paga il biglietto e si affida alla fede...la conservi, ma si limiti ai colori, escluda le persone. Sennò la prende sempre...nel coppino. E occhio: scaricare tutte le colpe su Sinisa sarebbe solo un film già visto.