L’ex calciatore e ora giornalista Paolo Ziliani, ha rilasciato le seguenti parole via Twitter sulla Juventus, relative alle ultime vicende societarie che vedono coinvolto l’ex presidente Andrea Agnelli
 

Due bilanci falsati per 180 milioni e la prova dell'alterazione dei campionati: lo dice il Tribunale

Sono state pubblicate le motivazioni dei 16 mesi inflitti ad Agnelli per le manovre stipendi: come già per le plusvalenze, i giudici parlano di "certezza di responsabilità" provata. Ora Chinè spieghi perchè per il patteggiamento fece strame del regolamento

E adesso Procuratore Chinè può gentilmente spiegare? Adesso che il Tribunale federale ha chiarito nelle sue motivazioni il perchè dei 16 mesi di squalifica - che si aggiungono ai 24 del processo plusvalenze - e dei 60 mila euro di ammenda inflitti al presidente juventino, ai tempi delle malefatte, Andrea Agnelli, sanzioni inflitte per essere emersa in modo chiaro e incontrovertibile la responsabilità del massimo dirigente bianconero nel doppio illecito delle manovre stipendi 2020 e 2021, e con essa la prova dell’alterazione della regolarità del campionato - lo dicono i giudici - avendo la Juventus infranto regole che gli altri club hanno invece rispettato (per la cronaca: nel 2019-20 il club bianconero vinse lo scudetto), adesso che il Tribunale sportivo ha condannato Agnelli sulla base della sua esposizione dei fatti come pubblico ministero, può gentilmente spiegare perchè in questo processo sono state adottate sanzioni di carattere sportivo, come prevede il regolamento per la violazione dell’articolo 4, comma 1, così come sanzioni di carattere sportivo erano state adottate - con punti di penalizzazione alla squadra e anni di squalifica ai dirigenti -, nel precedente processo, quello sulle plusvalenze, sempre per violazione dell’articolo 4, mentre lei il 30 maggio si presentò invece a questo stesso Tribunale e a questo stesso presidente (Carlo Sica) con una proposta di patteggiamento tra la sua Procura e la Juventus che cancellava quattro capi d’imputazione per violazione dell’articolo 4 dietro pagamento di una ammenda di 718 mila euro: una sanzione di carattere amministrativo, e non sportivo, nonostante la Juventus fosse stata da lei stessa deferita per violazioni plurime dell’articolo 4? A parte la non congruità della somma, il Codice di Giustizia Sportiva impone una sanzione di carattere sportivo: punti di penalizzazione (o retrocessione) per il club e squalifiche a tempo per i dirigenti.

Siamo qui insomma a chiederle spiegazioni, egregio procuratore Chinè, perchè è stato proprio lei nel dibattimento del 10 luglio scorso a illustrare la colpevolezza di Agnelli per due illeciti da violazione di articolo 4, facendolo squalificare per 16 mesi, così come proprio lei nel processo plusvalenze aveva illustrato la colpevolezza della Juventus per violazione di articolo 4 chiedendo 9 punti di penalizzazione (poi portati a 15 e infine a 10), e la condanna dei suoi quattro massimi dirigenti squalificati complessivamente per 8 anni. E ripeto la domanda: perchè quando si è trattato di stipulare il patteggiamento, la violazione dell’articolo 4, anzi le quattro violazioni dell’articolo 4 contestate alla Juventus, che avrebbero dovuto essere punite con una sanzione, sia pure ridotta, di carattere sportivo, sono state cancellate con un colpo di spugna e lei ha permesso che con 718 mila euro di multa, sanzione di carattere amministrativo, la Juventus cancellasse i suoi misfatti scampando a una retrocessione dovuta e certa?

Lei c’era al dibattimento del 10 luglio scorso. E avrà quindi letto le motivazioni pubblicate ieri dal Tribunale di Sica. Gliele ripropongo nei suoi tratti essenziali. “Il Collegio ritiene provata con ragionevole certezza la responsabilità del dott. Andrea Agnelli limitatamente ai capi di incolpazione sub lettere A e B del deferimento. Quanto alla manovra stipendi 2019-2020, consistita nella postergazione delle mensilità di stipendio dei calciatori di aprile, maggio e giugno 2020 all’esercizio contabile successivo 2020-2021, costituisce dato di fatto oggettivo che la stessa abbia avuto quale effetto immediato e concreto di evitare l’appostazione in bilancio di costi e/o debiti per circa 90 milioni di euro, onde non può dubitarsi della contrarietà di siffatto modus operandi al principio contabile di competenza economica e, conseguentemente, anche della violazione del principio di par condicio con le altre società consorelle della Lega Nazionale Professionisti Serie A in punto di equilibrio economico finanziario”. E ancora: “Considerazioni analoghe, quanto alla violazione dei principi di cui all’art. 4, comma 1, CGS, anche in relazione alla manovra stipendi 2020/2021. Nella specie la manovra emolumenti ha interessato quasi tutti i calciatori di prima squadra e, anche per quanto emerge dalla lettura dei contratti acquisiti presso la LNP-A (moduli “Altre Scritture” ex art. 3.5 dell’accordo collettivo), ha riguardato:

- il mancato pagamento degli emolumenti previsti per le mensilità da marzo a giugno 2021 (fatte salve alcune eccezioni), per complessivi euro 63.971.902,6085 riferiti a 17 calciatori;

le integrazioni stipendiali per complessivi euro 28.287.466,7987 (non contenenti, a differenza della prima manovra 2019/2020, la previsione di “incentivo all’esodo” nel caso di trasferimento del calciatore) riferite a 9 calciatori”.

Si tratta di una sequela di falsi in bilancio pianificati, realizzati e provati e le cifre di questi illeciti le ha illustrate lei stesso al Tribunale: 90 milioni nel 2020, 64 milioni più 28 milioni nel 2021. Siamo a 180 milioni cui si aggiungono le decine e decine di milioni illecitamente iscritti a bilancio per le cosiddette plusvalenze fittizie per cui la Juventus, Agnelli e gli altri suoi dirigenti erano già stati condannati in via definitiva. La Juventus negli anni ha barato per centinaia e centinaia di milioni. Chi aveva letto le carte dei PM di Torino lo sapeva da sempre.

Se la Juventus fosse stata mandata a processo, il 15 giugno, avrebbe dovuto rispondere non solo dei due illeciti per le manovre stipendi, ma anche dell’illecito per i rapporti con gli agenti collusi e dell’illecito per i rapporti con i club amici. Una montagna di misfatti perpetrati per anni e anni falsando i campionati. Ed era stato proprio lei a lavorare per mesi e mesi alle 17 mila pagine della Procura di Torino e a rinviare a giudizio la Juve e i suoi dirigenti: c’era tanta di quella merda, per dirla con Agnelli (vedi intercettazioni) da portare club e dirigenti alla radiazione. Invece è finito tutto con l’inciucio del patteggiamento-farsa con cui lei, la sua Procura, il Tribunale federale, il Collegio di Garanzia e la Federazione avete pensato bene di graziare la Juventus facendo strame di leggi e regolamenti.

E tuttavia io credo che lei sia una persona d’onore. Dunque, per favore, adesso spieghi”

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