Carlo Ancelotti, bandiera del Milan con cui ha vinto sia da calciatore che da allenatore, non dimentica il passato, tant'è che nella sua biografia “Il leader calmo” il tecnico del Real Madrid ha dedicato tanto spazio al periodo glorioso in rossonero, partendo dalla famosa chiamata di Galliani nel 2001:

 "I rossoneri avevano appena perso 1-0 a Torino, e scoprii in seguito, che ero da tempo sul taccuino del direttore generale  Adriano Galliani.

Era un lunedì, ero in macchina per andare a firmare col Parma quando Galliani mi chiamò:

Ha già firmato?

No, dottor Galliani, non ancora. Sto andando.

Sto venendo a casa sua. Ho parlato con il presidente e siamo d'accordo che deve venire qui, al Milan. Siamo pronti per lei.

Spensi il telefonino. Un attimo dopo aver firmato il contratto con il Milan lo riaccesi. Dovevo chiamare Tanzi. Mi perdoni - gli dissi - ma il Milan è la mia famiglia. Ci ho giocato tanti anni, spero possa capire. Mi dispiace davvero"

Arrivai a Milanello nel novembre 2001 e mi sentii subito a casa. In estate riuscimmo a prendere Seedorf e Nesta, due giocatori straordinari. Per me Nesta era così importante che decisi di convincere Berlusconi a prenderlo.

Presidente, tutti vogliamo vincere la Champions ma se non compra Nesta non ci riusciremo. Mi dia Nesta e le darò la Champions. 

Alla fine fu un buon affare per entrambi: andò proprio così

 

Lance Armstrong: "Pantani? Gli italiani lo hanno abbandonato e gettato via. Quando mentivo..."
Lazio, altro flop nel mercato invernale: i tifosi infuriati chiedono le dimissioni del ds Igli Tare

💬 Commenti