Il Pallone Gonfiato ha avuto il piacere di intervistare Paolo Bargiggia. Il giornalista ed opinionista sportivo ha risposto così alle nostre domande: 

Che impressioni hanno lasciato risultati delle italiane nell'ultima giornata della fase a gironi delle coppe europee?

“Chi esce male dalla Coppa è inevitabilmente ridimensionato. La Lazio, nonostante la bontà di un progetto tecnico e tattico, con Sarri non riesce a superare tutti i suoi limiti, credo che come allenatore sia abbastanza inadatto per gestire le due competizioni. Lo si intende dalle dichiarazioni che fa e dal suo atteggiamento. Anche la Juventus ne esce molto ridimenzionata, in quanto, in Europa League ci va con grande fortuna. È passata solo perché c’era una squadra di semidilettanti, che in Italia farebbe fatica a vincere la Lega Pro. Tutti parlano di una discreta gara con il PSG a Torino, ma, intanto ha perso. La Juve è stata coerente negativamente rispetto al percorso che ha fatto. Cinque sconfitte su sei gare. Il Milan, invece, ha dimostrato di avere sette vite, nel momento più delicato della stagione ha travolto il Salisburgo. Intanto, Pioli ha sempre un gioco a cui aggrapparsi, la squadra ha un’ottima condizione atletica. In proposito al Napoli, la squadra è andata a Liverpool per giocarsela alla pari con la compagine di Klopp. Quella del Napoli è stata una sconfitta ininfluente, lo certifica il grande avvio di stagione, con tanto di primo posto in un girone del genere. l’Inter, invece, si è risollevata proprio in Champions dopo un periodo negativo in campionato, merita un plauso. La Roma sta trovando una quadra, pur se con un gioco che non dà mai grandi soddisfazioni dal punto di vista estetico-offensivo. Ha meritato di aver passato il turno”.

Il campionato di serie A continua a riservare emozioni: quali sono le sorprese delle prime dodici giornate e qual è la delusione più grande?

“La sorpresa in assoluto è il Napoli. È brillante, dominante, pur costruita “al risparmio”, il risultato è stato perfetto. Anche l’Atalanta risulta essere sorprendente. Ha cambiato modo di giocare. Non è più l’Atalanta arrembante, moderna, è un’Atalanta che specula di più, si difende. Avendo le coppe, continua ad essere in alto, ma non la vedrei candidata per lo scudetto. Il Milan è una conferma. La sorpresa negativa è stata assolutamente la Juventus, al di là di ogni peggiore previsione, resta nella parte bassa della classifica. Anche Lo Spezia non mi sta entusiasmando, in primis, per le scelte che ha fatto: salutare un allenatore che si è salvato esprimendo un bel  gioco, e con pochi calciatori a disposizione, non è stato un bene. Gotti è un conservatore, non fa calcio. La Cremonese nonostante i risultati, continua a difendere il proprio allenatore attraverso il direttore sportivo Giacchetta. La Sampdoria è una “società” senza timone. È partita col piede sbagliato, Giampaolo non era la persona giusta, perché privo di carattere e grinta. In conclusione, sta diventando una bella sorpresa la Salernitana, era partita con molto scetticismo dopo la rivoluzione in estate, poi si è ripresa. Nicola è una garanzia per la squadra”.

Nella corsa c'è una squadra che sembra irrefrenabile, il Napoli. Cambieranno le gerarchie?

 “Penso sia nettamente favorita la squadra di Spalletti: domina le partite dal punto di vista tattico, atletico, d’intensità, di mentalità. Il Milan, invece, non molla mai. Conterà molto il match AtalantaNapoli. In corsa scudetto non credo rientrino Inter e Juventus. L’Inter sta meglio, gioca meglio, ma dovrebbero rallentare troppo quelle in alto per rimettersi in carreggiata. In quanto alla Juve, è una squadra che non ha un gioco che possa valorizzare e far crescere i suoi calciatori, causa Allegri".

Come si muoveranno le big durante il mercato di gennaio?

“Il Napoli non farà niente. Si sta guardando in giro, forse già per la prossima estate, per trovare un’eventuale alternativa ad Osimhen che avrà un mercato fortissimo, e per trovare un vice Lobotka al posto di Demme. La Juventus avrebbe voglia di anticipare il budget del mercato estivo come ha fatto lo scorso anno con Vlahovic, ma credo che non abbiano la forza di farlo, se potranno, cercheranno di anticipare l’arrivo di un esterno che potrà essere il sostituto di Alex Sandro. Vorrebbero far rientrare dal prestito Cambiaso, ma il Bologna non sarà d’accordo. L’Inter, se rinnoverà con Škriniar , non cercherà altri difensori. Per il Milan conterà molto l’eventuale rinnovo del contratto di Leao, se non rinnoverà, potrà rivolgersi al Chelsea per tornare su Ziyech, ma non penso a gennaio”.

Rispetto allo scorso anno, la Salernitana ha cambiato pelle. Era stata data per spacciata, è andata oltre i limiti e ha confermato la sua presenza in A. Cosa c’è da aspettarsi per il prosieguo del campionato?

“La Salernitana è passata attraverso una rivoluzione totale. Intanto, col nuovo direttore sportivo ha perso quello che un po’, erroneamente ed in modo sussiegoso, molti giornalisti italiani considerano “il vate”, Sabatini, l’uomo che tutto ciò che tocca fa diventare oro, invece, non è così. De Sanctis sta lavorando bene. Nicola è una garanzia come chiave di lettura delle partite, per come tiene il gruppo, per le motivazioni che dà. La Salernitana è una squadra che ha fatto 14 acquisti e 16 uscite, doveva aver tempo per cominciare la stagione in modo coerente. Adesso, con le ultime due vittorie lo sta facendo. L’entusiasmo del pubblico, quella della proprietà, rendono la squadra una realtà da seguire con attenzione e  simpatia. Con la Cremonese si avrebbe una conferma importante da parte della formazione di Nicola, un’inversione di marcia decisa. Il successo con la Lazio ha dato consapevolezza. La Cremonese è una squadra in crisi, però gioca un buon calcio. Sarà una gara delicata quella all’Arechi, ma i tre punti darebbero valore  e coerenza al percorso iniziato dalla Salernitana”.

Tra poco inizieranno i Mondiali di Qatar 2022, la seconda edizione consecutiva senza l'Italia. Cosa c'è dietro il flop della Nazionale di Roberto Mancini? Quali i rimedi?

“Sicuramente è legata alla mancanza di un progetto di politica sportiva. Negli altri Paesi, molte nazioni sono passate attraverso una rivoluzione. La Nazionale, in un Paese litigioso come il nostro, è diventata uno strumento di rappresaglia e di ricatti da parte della Lega di serie A, che fa sempre battaglia contro la Federcalcio. Poi c’è Lotito che è un po' il “capo popolo” di questi club ribelli, che pensano solo ai loro interessi e a non a quelli della Nazionale. La battaglia con la Federcalcio di Gravina paralizza molto le riforme. È chiaro che i problemi non siano solo di natura politica sportiva, ma partono tutti da lì. Per esempio non c’è una regolamentazione per il numero di stranieri, un gentlemen's agreement, perché la regolamentazione non la si può fare con la normativa europea sulla libera circolazione dei lavoratori. I settori giovanili non funzionano bene, sono diventati un ricettacolo di dirigenti e procuratori affaristi, quindi, c’è un trasferimento enorme di stranieri, che vanno a tarpare le ali ai ragazzi italiani. Per non parlare del campionato Primavera. È un campionato che non dovrebbe esistere, perché a quell’età, in altri Paesi, i ragazzi giocano nelle prime o nelle seconde squadre. Purtroppo per interessi vari, le seconde squadre sono state boicottate, eccetto quella della Juve con l’under 23, quindi, i ragazzi, nel periodo di crescita e di potenziale maggiore, giocano con i pari età e non con i grandi. Nei posti importanti di comando, non c’è mai una vera rivoluzione, ma uno status quo, il presidente degli allenatori è un ultra ottantenne, il responsabile del settore giovanile delle nazionali, Viscidi, è lì da secoli ed è stato piazzato da Sacchi. Mancano le riforme e la voglia di svoltare”.

Lotito è stato da poco eletto senatore. Sarà un bene o un male per il calcio italiano?

"Per il calcio italiano Lotito senatore non sposta nulla, l’accezione negativa è che potrà curare ulteriormente i propri interessi: la Lazio e le sue battaglie contro Gravina per avere i suoi uomini ai posti di comando. C’è già riuscito con lo smacco del trust con la Salernitana e la cessione, e adesso non vede l’ora di recuperare terreno in questa guerra. Questa cosa non aiuta il calcio italiano, non sarà la nomina a senatore che può spostare gli equilibri".

 

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