Udinese-Milan 0-4: i rossoneri scacciano gli incubi
Leao, Pavlovic, Hernandez e Reijnders danno i tre punti ai rossoneri in Friuli

Dalla stagione 2007-08 il Milan non batte sia all'andata che al ritorno l'Udinese: i rossoneri scendono al “Friuli” (o Bluenergy Arena se preferite) per aprire la giornata numero 32 di campionato nell'anticipo del venerdì su un campo tradizionalmente ostico dove negli ultimi otto precedenti ha vinto soltanto tre volte, tra cui quella in extremis dello scorso anno con il 3-2 firmato dall'ex rossonero Okafor.
Difesa a tre
Sérgio Conceição cambia ancora: largo alla difesa a tre con Hernandez avanzato sulla linea dei centrocampisti e Tomori-Gabbia-Pavlovic dietro. Favorito in un primo momento Abraham di punta, gioca invece Jovic. Neanche trenta secondi sul cronometro e Reijnders si divora l'1-0 calciando addosso a Okoye solo davanti alla porta. Al quinto è Leao a essere lanciato dalle retrovie, il portoghese aggancia la sfera ma se la allunga favorendo l'intervento dell'estremo difensore bianconero.

Milan molto più intraprendente nei primi minuti, a dispetto di tutti gli avvii di partita dei rossoneri spesso pieni di lacune. Da segnalare le bordate di fischi della curva udinese ai danni di Maignan, ogni volta che il francese tocca palla: un episodio certamente da rimarcare in negativo e figlio dei fatti che riguardarono il portiere francese lo scorso anno quando qui a Udine fu investito da ululati razzisti da un manipolo di tifosi della curva bianconera.
Uno-due Milan
I rossoneri si affacciano sovente dalle parti dell'area bianconera ma nella fase centrale del primo tempo mancano l'ultimo passaggio per la conclusione. Prima Hernandez serve a vuoto un pallone di ritorno a Leao, poi Pulisic sbaglia la misura del passaggio dopo una discesa sulla destra. L'Udinese nel frattempo ci prova con un tiro di Lovric che sorvola la traversa. Bianconeri mai pericolosi dalle parti di Maignan. Al 33° però ecco la prima vera occasione friulana: destro in corsa di Ehizibue e Maignan si distende per respingere.
Stessa cosa per Okoye al 41°, che deve distendersi per respingere il diagonale di Leao. Ma un minuto dopo il portiere bianconero è immobile sul gran destro dello stesso Leao che si infila all'incrocio: il portoghese va a esultare sotto la curva friulana beccandosi anche qualche ululato. Allo scadere del tempo arriva anche il 2-0, giusto premio per un Milan decisamente superiore nel primo tempo: incornata di Pavlovic da corner e raddoppio rossonero.
Poker rossonero
In avvio di ripresa sul Friuli cala il silenzio: i fischi che avevano accompagnato Maignan a ogni tocco di palla diventano caldi applausi quando il portiere rossonero si scontra accidentalmente in uscita con Alex Jimenez e deve uscire per una violenta botta alla testa dopo qualche attimo di apprensione. Sul campo l'Udinese pare più intraprendente: Atta al 17° calcia da buona posizione ma mette fuori. Al 22°, dopo una mischia su corner che mette in apprensione Sportiello, entrato al posto di Maignan, il neo entrato Modesto mette in mezzo un pallone dalla destra che attraversa tutta l'area senza che nessuno intervenga.
Poco prima della mezz'ora fuori Jimenez e Jovic dentro Sottil e Abraham per il Milan. E i rossoneri subito dopo fanno il tris: discesa alla sua maniera di Hernandez chiusa con il sinistro sotto la traversa che non lascia scampo a Okoye. Ma non è finita: con l'Udinese completamente sbilanciata, il Milan va sul velluto. Apertura intelligente di Fofana dall'altra parte per Leao, pallonetto del portoghese in mezzo sull'uscita di Okoye e palla spinta in porta da Reijnders che trova il 4-0. L'unico squillo d'orgoglio dell'Udinese è a cinque dal termine quando Solet prova dalla grande distanza impegnando Sportiello. Per la classifica una vittoria che serve a ridare speranze, seppur il ritardo dalla zona Europa sia tangibile, ma soprattutto per l'entourage rossonero una prova di forza di buon auspicio in vista del derby di Coppa Italia tra dodici giorni. Dopo diciassette anni il Milan torna a vincere in campionato contro l'Udinese sia all'andata che al ritorno.