Rossini: "Il VAR non mi piace, trucchi e furbate non più consentite. Thiago Motta, scalata verticale"
L'ex calciatore Fausto Rossini ha toccato diversi temi caldi del calcio italiano, tra cui il VAR ed il percorso di Thiago Motta.
Nella recente intervista a TMW Radio, l'ex calciatore Fausto Rossini ha toccato diversi temi caldi del calcio italiano, esprimendo la sua opinione sul Video Assistant Referee (VAR), analizzando la situazione della squadra bergamasca, e offrendo un'interessante prospettiva sulla carriera di Thiago Motta.
Il VAR: Emozioni a rischio
Rossini ha sottolineato come l'introduzione del VAR abbia influito sui rapporti di forza in area di rigore tra attaccanti e difensori. Secondo l'ex calciatore, i giocatori hanno meno spazio per trucchi e furbate, portando a una riduzione delle emozioni legate ai gol. L'esempio di Matthijs De Ligt alla Juventus, con numerosi rigori provocati nelle prime partite, evidenzia la difficile transizione per i difensori.
“Detto velocemente, credo sia un po’ più semplice fare l’attaccante perché hai molta più libertà. Col VAR tanti piccoli trucchi dei difensori non possono più essere usati. Viceversa anche alcune furbate dei centravanti non sono più consentite. Ti porto un esempio dell’adattamento difficile: di un paio di anni fa all’arrivo di De Ligt alla Juve, subito 6/7 rigori provocati nelle primissime partite”.
L'Atalanta tra le competizioni: Un percorso triplo
Analizzando il percorso dell'Atalanta in Serie A, Coppa Italia ed Europa League, Rossini ha evidenziato il rischio di un passaggio a vuoto a causa di una rosa più corta rispetto alle concorrenti e di un calendario tostissimo:
“La rosa è un po’ più corta rispetto alle altre pretendenti. Ha avuto un calendario tostissimo e ci sta un passaggio a vuoto. Tutte partite ravvicinate e contro squadre molto forti”.
Gasperini e Vavassori: Caratteri simili, stili di gioco diversi
Comparando Gasperini e Vavassori, Rossini ha evidenziato le somiglianze nei caratteri e le differenze negli schemi di gioco. Entrambi spronavano a dare qualcosa in più, ma mentre Gasperini predilige il gioco a tre con esterni propositivi, Vavassori preferiva il classico 4-4-2.
“Simili nel carattere. Vavassori spronava sempre a dare qualcosa in più. Sono diversi nella tipologia di gioco. Gasperini l’ho visto giocare a 3, con esterni propositivi. Vavassori ha sempre giocato col 4-4-2, come si prediligeva qualche anno fa”.
La sfida del Bologna: Trattenere i migliori giocatori
Sul futuro del Bologna, Rossini ha sottolineato l'importanza di trattenere i migliori giocatori per mantenere il livello raggiunto. Ha riconosciuto la difficoltà di questa sfida, ma ha fatto notare l'esempio di Gasperini, partito dalle squadre minori prima di raggiungere l'Inter e poi ritornare alle origini.
“Dovrebbe riuscire a trattenere i migliori, anche se credo che sarà difficile. Gasperini è partito dalle piccole, è arrivato all’Inter e poi è tornato indietro. Thiago Motta è all’inizio di una scalata verticale e quindi andrà a salire”.
Il VAR e la passione per il calcio
Rossini ha condiviso la sua opinione personale sull'introduzione del VAR, affermando che non gli piace, poiché impedisce di esultare liberamente per un gol. Tuttavia, ha notato che il calcio italiano sta migliorando in Europa, apprezzando l'evoluzione del gioco inglese e rivelando che il suo allenatore preferito della Premier League è Jurgen Klopp.
“Alcune partite sì, altre no. Non si è liberi di esultare per un gol col VAR, questa novità non mi è piaciuta per nulla. In Europa stiamo andando meglio rispetto agli anni passati. È sempre più bello vedere una squadra inglese che gioca”.
LEGGI ANCHE: Lazio-Milan, Marelli: "C'erano gli elementi per un intervento del VAR per revocare l'espulsione"