Le conferme di Donadoni e Bigon tra i mille tormenti (anche politici) per il Dall'Ara
Il Bologna tra il disastro di Crotone, le ansie per il futuro del Dall'Ara e le parole di Fenucci in tv
- di Alberto Bortolotti -
A ritirare i riconoscimenti che il museo del calcio ha idealmente tributato alla storia del Bologna, per il tramite di due giganti quali Renato Dall'Ara e Arpad Weisz, è andato Claudio Fenucci. In tutta franchezza si sarebbe dovuto muovere Joey Saputo, ma ciò non è successo esattamente come non accadde per il funerale di Pascutti. Detto che è ragionevole pensare che, con tutti i suoi difetti (ero uno dei pochissimi a sottolinearli da subito) Joe Tacopina sarebbe stato presente a entrambi gli eventi, scrivo ciò perché va molto di moda dire una ovvietà, ovvero che a questo "clab" (intercalare fenucciano a lui molto gradito) pensa poco al campo ma molto al resto. Mah, è poi vero fino a un certo punto. Casteldebole è lì, ben fatto (e parecchio speso), e resterà una pietra miliare di uno sviluppo temo monco anche in avvenire. La vicenda stadio si dibatte ancora tra mille tormenti, i quali si possono in definitiva riassumere in "vi faremo sapere quando avremo i soldi", quadratura di un cerchio di là da venire per responsabilità assortite (certo non solo del Bologna, tanto meno di Fenucci che prova a tessere la tela da tempo). Il contatto con la città è stabile con un certo mondo "alto", ma totalmente evaporato sul resto.Chi si concentra sui risultati della squadra (sono poi quelli che hanno fatto grandi Dall'Ara e Weisz: nessuno ricorda se ci fosse o no all'epoca un campo di allenamento ma i trofei sono in bacheca e costituiscono il tuo patrimonio) vede l'indecenza di Crotone e magari spara a caso sui "suoi" colpevoli, ma non impazzisce certo a seguire il dibattito sui Prati di Caprara o il Cierrebi. Quella è roba che interessa ai marchi commerciali e alle istituzioni, fuori da quel contesto attizza come la vernice che asciuga. E' normale però che assessori e partiti comincino a pretendere delle risposte e dei tempi. A pochi giorni di distanza l'uno dall'altro Lepore e Rizzo Nervo, i primi "terminali" politici della north american era, in due distinti talk show radiofonici ci fanno capire che sarebbe ora di passare dalle parole ai fatti. E i fatti sono progetto, costi dettagliati, insomma tutto quello che non c'è. Credo che la pazienza arrivi a giugno, poi diventa impazienza. E non sono mica sicuro che un Comune a futura guida "sovranista", come va di moda dire oggi, tratti Saputo con più accondiscendenza. Vedasi Roma per verifica.Dalla esibizione di Fenucci in tv (condita da qualche buona domanda dei colleghi e alcuni evitabili scodinzolii) emerge che le novità saranno poche. In specifico con Bigon e Donadoni, salvo terremoti, si va avanti. D'altra parte il mister è l'alibi di chairman, dirigenti, Destro e tutta la pletora di scontenti. Magari questi farebbero male, o così così, in ogni caso. Ma si trova sempre uno che dice "è colpa di Donadoni". Che ne abbia, è fuori discussione, Che siano tutte sue è una bella fandonia con la quale conviviamo, ormai, da un bel po' di mesi. Nelle more di un periodare complesso e poco televisivo, molto rispettoso dell'italiano ma poco di un orario che induce all'abbiocco, l'ad rossoblu lascia socchiusa una porticina all'ottimismo. Il pareggio dei costi di gestione del prossimo bilancio gli consente di spedire nel campo di Saputo la palla della prospettiva: si potrebbe finalmente rafforzare la squadra. Se avvenisse, campane a festa. Ma dubito fortemente che disturberemo i campanari dal loro letargo.
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