Veretout: "Roma è vuota. Dico a mia figlia che fuori c'è la bestia. Il calcio mi manca"
Veretout all'Equipe: "Roma sembra morta. Mancano le sessioni di allenamento collettivo e le emozioni da condividere con il pubblico". E sugli italiani...
Jordan Veretout descrive la situazione surreale di Roma all’Equipe: “Roma è quasi morta. Di solito è una città sempre affollata, occupata. Le grandi piazze, il Vaticano, bisogna davvero immaginarle sempre piene. Nel mio quartiere c’è sempre rumore di fondo. Lì, quando esco in giardino con le mie figlie, c’è una sensazione di vuoto, di niente, è un po’ spaventoso. Ma viviamo così ora. E’ complicato vedere le immagini degli ospedali o legate al virus, preferisco vedere quelle dei balconi dove si canta. Non sono sorpreso, gli italiani mostrano sempre solidarietà ed è molto bello”. Il centrocampista francese non omette, nella propria testimonianza, anche significativi aneddoti familiari, evidenziando più volte le ‘difficoltà’ di un padre di spiegare i pericoli quotidiani alle figlie. “Spieghiamo alla più grande perché dovremmo rimanere in casa. L’ultima volta, prima di uscire in giardino, mi ha chiesto ‘Papà, c’è la bestia fuori?’; io ho risposto ‘Sì, ma non possiamo vederlo, è una piccola bestia nell’aria’. Cerchiamo di spiegarglielo senza spaventarla troppo’. Torniamo alle basi, alla famiglia, ai bambini. Tra dieci giorni diventerò un leader per bambini...Realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno esauriti, le mie figlie mi taglieranno i capelli. In questo momento, anche loro sono confinati”. Veretout sposta l’attenzione, infine, sul calcio: “È la mia passione, quindi necessariamente mi manca. Questo ritmo, con allenamento e partite, è la mia vita. Abbiamo un programma di allenamento basato su corse e altre cose ma che non sostituisce una sessione collettiva e il piacere del gioco. E il calcio riguarda le emozioni da condividere con il pubblico. Mi manca”.
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