Francesco Totti, ex capitano della Roma, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni nel suo libro autobiografico: "Durante gli allenamenti Cassano non guarda in faccia nessuno, tormenta i compagni tecnicamente meno abili con prese in giro feroci. Tommasi e Delvecchio sono le sue vittime preferite, li chiama “pippe” a ogni controllo di palla impreciso, e se non subisce ritorsioni è soltanto grazie al loro buon carattere. Non pensiate, però, che Antonio faccia il gradasso soltanto con chi non reagisce. Macché. Rompe le scatole anche a Batistuta, uno che quando perde la pazienza è capace di correrti dietro: oltretutto lo fa in un periodo difficile per Gabriel, perché dopo essere stato decisivo nell’anno dello scudetto comincia a pagare i dolori alle caviglie che tanto lo condizioneranno anche dopo il ritiro. La sua forza è sempre stata la potenza, se scema quella diventa un giocatore normale, e Cassano non manca di farglielo notare senza preoccuparsi di risultare indelicato. Ho letto che più di un campione, Kobe Bryant per esempio, stimola i compagni in allenamento trattandoli malissimo, e sfidandoli apertamente a dimostrarsi migliori di quanto lui li consideri. Questo non è mai stato il mio stile, anzi, ho sempre cercato di incoraggiare i meno capaci. Ma se Cassano è diverso, come abbiamo visto, la ragione non è la cattiveria. Antonio non è cattivo”.

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