Bisogna essere onesti e ammettere: non eravamop preparati a questa pioggia di medaglie, con tutto questo oro e, soprattutto, con tutte queste emozioni. Pensavano che l'1 di agosto fosse diventato il nostro giorno di festa, per sempre, poi è arrivato pure questo 6 agosto: 3 medaglie d'oro, e la vittoria della staffetta 4x100 che dice persino più del successo di Jacobs, perchè lo allarga da episodio individuale a fatto collettivo. In attesa di decidere quale giorno cerchieremo di azzurro sulle agende, disposti anche a riconoscere che è tutto bello in questa Olimpiade della resilienza prima e della rinascita sportiva poi, possiamo azzardare non un primo bilancio, quanto piuttosto alcune valutazioni tanto sono evidenti.

1 Bisogna aggiornare le carte geografiche dello sport italiano

Il perimetro si è allargato, e questa è una buona notizia per tutti. A oggi siamo andati sul podio in 15 discipline diverse e per come hanno fatto notizia anche le battuite d'arresto di talune squadre, nell'anno in cui la Nazionale di calcio aveva indicato in modo memorabile la strada, la sintesi è che davvero non ci sono più sport minori in Italia. Chi ne parlerà ancora, sbaglierà. Chi si appellerà a questo vecchio alibi, continuerà a perdere, e non si parla semplicemente di risultato. L'atletica esce ingigantita, come il nioto e come, in generale, quasi tutte le discipline individuali ( eccezion fatta per la scherma e, di nuovo, non è semplicemente una questione di risultati, è in discussione semmai la gestione degli stessi. Quelli arrivati e quelli mancati ). Gli sport cosiddetti di fatica, o di difesa. non sono più di nicchia, sono diventati mainstream, importanti per il grande pubblico a essere più chiari. Gli sport di squadra sono in crisi di identità perchè sono quelli che, col Covid, hanno perso di più: abituati ad aggrapparsi ai campionati, non sono stati svelti ad adattarsi a questo nuovo calendario in cui contano più gli eventi proprio perchè si tratta di format più snelli.

2 Effetto social: il calcio parla degli altri

Le Olimpiadi erano belle anche prime. Queste di Tokyo, strane, sofferte, poi esaltate dagli atleti che se le sono prese, sono le prime veramente social. I social ci sono da Londra, vero, dunque c'erano già anche a Rio, ma il Giappone ha un fuso orario migliore per far parlare delle gare. Ti svegli all'alba per vedere una nazionale e ne parli tutto il giorno. Vince un oro la staffetta nel pomeriggio e non c'è telegiornale che non ne parli. E così succede che pure il calcio si allontana dallo specchio e parla degli altri. Certo, è un problema se va via Lukaku, è sconvolgente che Messi molli il Barcellona, ma voi mettere Stano, con quel cognome, che vince l'oro nella marcia ? Lo famo ...Stano, e allora via con complimenti di chiunque, sinceri oltre tutto, per Jacobs, Tamberi, Paltrinieri, Ganna e compagnia bella ( tranquilli, delle donne parlo tra poco ). E'un bel patrimonio da sfruttare piuttosto che ricominciare con la lagna che il calcio si prende tutto.

3 La rivoluzione sociale delle azzurre

Lo sport è sempre svelto a registrare quello che succede nella società, lo anticipa talvolta. La parità di genere è ancora un traguardo lontano in Italia ( e nel mondo ), non tanto nello sport: a Parigi, tra tre anni, i partecipanti saranno divisi esattamente a metà. Ma a Tokyo abbiamo registrato tanti fatti storici per noi: il primo oro nel canottaggio, il primo oro nella boxe, il primo oro nel sollevamento pesi, il primo oro nell'arco, il primo oro misto nella vela. Da anni, la crescita, numerica e di rilevanza, dello sport femminile, anche per il diverso sistema valoiriale che propone, è un trend preciso. Soprattutto inarrestabile. E adesso a pilotarlo ci sono anche due videpresidenti del Coni, Silvia Salis e Claudia Giordani, una Federica Pellegrini appena eletta come rappresentante degli atleti al Cio. Quanta strada abbiamo fatto da Ondina Valla. Anche, ad esempio, grazie alla simpatia travolgente di Sara Simeoni ( segue al punto 5 ).

4 Attenzione all'ambiente

Gregorio Paltrinieri che sceglie le gare di nuotio in acque libere non è semplicemente un atleta che si è stufato della piscina. E'una persona intelligente che sceglie una disciplina anche per la sua rilevanza ambientale e turistica. Lo hanno visto in tanti il pesce che salta fuori dall'acqua mentre Greg fa una bracciata: è un'immagine con una potenza simbolica noon da poco. Lo sport deve essere attento all'ambiente. Peccato che i nostri non abbiano fatto strada nelle prove di arrampicata sportiva, sarebbero stati i migliori testimonial delle tante palestre a cielo aperto che abbiamo in Italia. L'importante è che tutti capiamo che il nostro Paese è l'impianto sportivo più antico e miogliore del mondo. Un richiamo turistico non da poco. Un gioiello che dobbiamo conservare anche con soluzioni originali: non sarebbe male se il Tecnopolo di Bologna, ormai pronto come sede del Centro Meteo europeo, si dedicasse anche al clima sportivo. Queste sono state le prime Meteolimpiadi: maratona spostata fin dal  2019 per stare lontano dalle condizioni proibitive di Tokyo, atleti collassati nel tennis per il caldo, allenamenti di beach volley sospesi per evitare di scottarsi con la sabbia, problemi nel calcio e in ogni disciplina outdoor fino a trovare orari inverosimili per gare con l'oro in palio.

5 Coni ( Sport ) Film Commission

I tempi sono maturi perchè il Coni, a difesa dei suoi gioielli, istituisca un gruppo di lavoro a disposizione di quanti, e sono davvero tanti, ha capito di poter trovare argomenti interessanti nello sport per fiction, docufilm e ogni altro genere di produzioni. Lo sport non è materia banale, soprattutto non è materia banalizzabile se se ne vuole conservare l'integrità. Anche la scelta delle persone da coinvolgere ha un peso: il successo de Il circolo degli anelli sulla Rai è molto legato alla credibilitò di Sara Simeoni: credibile perchè atleta illustre, e credibile perchè non si mette mai sul piedistallo o sul podio, per allontanare il pubblico; al contrario credibile proprio perchè vicina.Oltre tutto, il Coni ha in casa la persona giusta. Diego Nepi, e con lui il suo team, non solo ha varato un canale web dedicato agli azzurri ( tv.italiateam.sport ), ma ha trealizzato a Casa Italia una videoroom per tutti gli atleti che prima di essere festeggiati passano attraverso i looro ultimi ricordi vedendo, circondati dalle immagini, la loro ultima gara. Ecco, quella videoroom è anche un ottimo inizio per un Museo Olimpico Italiano che a questo punto non si può più rinviare. Motivazione per convincere gli indecisi: San Marino il Museo Olimpico ce l'ha già ( detto senza offesa, anzi col massimo rispetto per San Marino ).

6 La rivincia di Malagò

Come dice l'assessore Palmiro Cangini, fatti non pugnette. Al ritorno in Italia, Malagò non si presenterà in questo modo a chi, negli ultimi due anni, gli ha fatto la guerra, ricambiato. Però nel presentare tutti i suoi gioielli si prenderà la rivincita di affidare a Sport e Salute un patrimonio che adesso deve essere implementato. Gli atleti hanno portato a casa le medaglie, e ora, nella costruzione di chi ha diviso il Coni, Sport e Salute deve essere capace di far fruttare, subito, sul territorio tutti questi successi aumentando la pratica sportiva. Sfida da far tremare i polsi, se si continua a ragionare senza coinvolgere direttamente lo sport. La rivincita dello sport, che sarà ancora più grande quanto meno Malagò affonderà il coltello nella piega, già realizzata grazie ai messaggi diretti di Mattarella e Draghi, che nascondono il siloenzio di altri, sarà evidente anche senza far notare in modo rancoroso che certi risultati si ottengono proprio grazie alla continuità di un certo metodo, e non per il sacro furore di cambiare tanto per cambiare.

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