Zazzaroni attacca: "Inter? I cinesi hanno deciso di demolirla, sono con le pezze al culo"
Conte via dall'Inter per colpa di Suning? Il duro commento di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport
Conte via dall'Inter, Zazzaroni polemico con Suning. Non c'è pace in casa nerazzurra. Dopo i festeggiamenti per la conquista del diciannovesimo scudetto, i tifosi della beneamata devono fare i conti con l'addio del tecnico leccese e una situazione finanziaria che lascia molti dubbi sul futuro. Ivan Zazzaroni ha lanciato il campanello d'allarme sui conti dell'Inter già da qualche mese, prendendosi anche tante critiche. Il direttore de Il Corriere dello Sport ha ribadito il suo pensiero su Suning anche in questa occasione: "Il più serio se n’è andato. E potrei chiuderla qui. Antonio Conte, un uomo certamente non facile ma un grande professionista che ha riportato lo scudetto all’Inter dopo undici anni e che per due stagioni è stato allenatore e società, senza mai nascondere la verità, ha tolto il disturbo. «Resterà per sempre nella storia del club», la nota con cui l’Inter ha ufficializzato l’addio. Una sottolineatura accessoria: i tifosi e i giocatori non avevano bisogno di suggerimenti. Sì, il calcio è un gioco, ma non è un gioco. È un gioco per Lukaku, per Barella, per Lautaro, per tutti i bauscia del mondo.
Zazzaroni continua: “Doveva esserlo anche per Conte, il cui destino si è incrociato con i cinesi che l’Inter l’hanno presa non per gioco ma per business e dopo averla vista portare al titolo (da lui) hanno deciso di demolirla non per gioco ma per denaro. Brutta storia per un club benemerito e Beneamato che si presenta sulla scena euromondiale con le pezze al culo e perde il tecnico non per un preteso calmiere applicato al suo reddito, ma per i tagli previsti alla squadra che in massima parte non derivano dalla pandemia. Ecco, in breve, ma completa, la sindrome cinese in casa nerazzurra. Alla faccia di Moratti, che ha sempre pagato di tasca sua. Un altro alposto di Conte sarebbe rimasto, avrebbe intascato tredici milioni netti e sarebbe stato protetto da tutti gli alibi possibili. Ha prevalso la dignità”.