Bigon chiude il mercato e diventa un bersaglio. Ma le colpe sono sempre di Saputo
Nuove accuse dalla tifoseria a Bigon per un'intervista ma il ds agisce solo su mandato del presidente Saputo
Stupisce lo stupore. Bigon parla a RMC Sport e sì, difende la sua creatura ("ogni scarrafone è bello a mamma soja", del resto ha lavorato sotto il Vesuvio) e annuncia (toh, che sorpresa!) l'ovvio: salvo cataclismi di classifica, niente mercato di gennaio.Tutto in perfetta linea di continuità con quanto sta capitando da "soli" tre anni, tanto che Pantaleo Corvino se n'è andato (anche) per quello. Se non si cedono i Diawara e i Verdi, semplice, non si fa mercato. Di Francesco? Sì, anche lui, ma in una logica di scambio con Falcinelli su valori, peraltro, tecnicamente disomogenei. L'ala fa il titolare a Sassuolo, il centravanti dai pochi gol in canna contende a Destro il ruolo di penultimo panchinaro nell'elenco dei delanteros.
A questo punto partono le giaculatorie del web. "Bigon, dimettiti !" "Bagaglio !" "Frustamaroni !". Stessa accuratezza di bersaglio di tanti altri. Li elenchiamo? Gli allenatori. Claro que sì, i giornalisti, un obiettivo sempre a disposizione, che si tratti di dirigenti, tecnici o o tifosi. I social.
Mai l'unico che ne porta davvero le responsabilità, e vive in Canada, tace, sbircia annoiato partite spesso scipite (non negli ultimi tempi, bisogna riconoscere) e riprende il volo direzione casa. Dove possiede un'altra squadra dal rendimento simile, e fa piazze pulite alla velocità della luce rispetto a quanto capita qui. Dove confligge con l'ente locale (che qui è molto più democristiano: grande sintonia con Fenucci) e ha rapporti dall'indifferente al negativo con la stampa, nonostante le "cotolette" del Quebec distribuite ai colleghi d'oltre Oceano. Dicesi cotoletta, per comodità, il pranzo che Guaraldi a Bologna come Saputo a Montreal offre ai giornalisti. Con medesimi risultati.Non vado oltre perché scrivo le stesse cose da 4 anni e ho assistito alla vertiginosa diminuzione degli scendiletto per professione o posa. Rimarchevole il ribaltamento di posizione del social più diffuso: ora il Forum rossoblù è furente, da amante tradito, fino a due anni fa era furente, sì, contro i maigoduti.
I quali si limitavano a descrivere la realtà. Una categoria, quella dei "never enjoyed", che ha un limite territoriale tra l'Idice e il Reno: solo qui ci inventiamo nemici che sbarrano la strada al magnifico progresso assicurato per una distanza temporale che varia tra tre, cinque e dieci anni. Di qui a venire, ovvio, con l'inizio però sempre spostato. Meravigliosa Bologna, da maestra di critica e ironia a città tendenzialmente credulona. Se uno promette, vuoi mai che non mantenga?
La squadra rischia? Ah, certo. Perché depotenziarla ogni anno non è proprio l'operazione più salutare. Proprio da lì, peraltro, arrivano i segnali più positivamente contraddittori. Non si gioca molto a calcio ma la rosa non lo consente troppo. C'è forte spirito di gruppo, qualche acquisto azzeccato, una buona sintonia col tecnico.
Per animus pugnandi non siamo neanche male. Ma per stare tranquilli occorre pure qualcosa d'altro. E di più. Che i ragazzi debbono darsi da soli. Se aspettano aiuti dalle stanze superiori, temo che non ne verranno. "E st'etr an al sarà piz". Chi lo ha detto? Mia nonna Elsa. Piena di buon senso: sapeva osservare, lei.
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