Non è sicuramente un periodo facile per Roberto De Zerbi e il suo Sassuolo, quattro sconfitte nelle ultime cinque partite sono il segno che effettivamente qualcosa non va e la classifica di certo non lascia dormire sogni tranquilli. Ed ecco che diventa di vitale importanza il match del Via del Mare contro il Lecce, centrare il bottino pieno per allontanarsi dalle zone basse e staccare proprio i salentini, apparsi in netta crescita nelle ultime partite e reduci da tre pareggi contro Milan, Juventus e Sampdoria. De Zerbi cambia cinque pedine rispetto alla sconfitta interna contro la Fiorentina, esordio in serie A nel ruolo di terzino sinistro per Kyriakopoulos con Marlon, Romagna e Toljan davanti a Consigli, a centrocampo Locatelli, Obiang e Traorè, in attacco Defrel al posto dell'infortunato Caputo con Boga e Berardi. Classico 4-3-1-2 per Liverani, chiavi del centrocampo affidate a Petriccione, con Mancosu ad agire alle spalle della coppia Lapadula-Babacar. Inizialmente è il Sassuolo a fare la partita, il Lecce si posiziona dietro la linea della palla e resta a guardare. Passano soli soli tre minuti e arriva la prima palla gol per gli ospiti, Traorè si inserisce con i tempi giusti alle spalle della difesa giallorossa, Berardi lo vede e lo serve ma il centrocampista ivoriano non è freddo sotto porta e calcia alto sopra la traversa. Dopo un inizio passivo, il Lecce guadagna campo col passare dei minuti, giocando con personalità e aggressività. Dopo due conclusioni dalla distanza di Mayer che impegnano Consigli, i padroni di casa passano in vantaggio al minuto 18: lancio lungo di Rossettini che pesca in area Lapadula, controllo di sinistro che ruba il tempo a Romagna e destro che trafigge Consigli. Secondo gol consecutivo, il primo al Via del Mare per l'ex Genoa. Il Sassuolo prova a scuotersi, alzando il baricentro e giocando palla a terra, sfruttando i principi tattici per provare a far male alla difesa giallorossa. La pazienza paga e poco dopo la mezz'ora arriva il pari: Toljan triangola con Locatelli in verticale e a tu per tu con Gabriel non sbaglia, realizzando la sua prima rete in Serie A. L'inerzia del match cambia e gli ospiti provano ad approfittarne, Boga è una furia sulla fascia sinistra mentre Berardi fa più da suggeritore piuttosto che provare l'uno contro uno, Locatelli appare macchinoso e la manovra fatica a decollare. Proprio l'ex centrocampista rossonero a ridosso del duplice fischio, perde una palla velenosa che scaturisce la punizione dalla quale nasce il nuovo vantaggio del Lecce. E' Falco (subentrato al posto dell'infortunato Babacar), a incaricarsi della battuta e a pescare l'angolino alla sinistra di Consigli. A inizio ripresa il Sassuolo è arrembante ma fatica nel fraseggio, a differenza del Lecce che attua un buon giro palla e trova campo aperto una volta superato il primo pressing, grazie anche al movimento senza palla degli attaccanti. De Zerbi prova a mescolare le carte, 4-3-1-2 fuori Traorè dentro Djuricic, che ha sicuramente caratteristiche più da attaccante rispetto al centrocampista ivoriano. Gli ospiti alzano la qualità e la densità in fase offensiva, Liverani vede i suoi in difficoltà e inserisce un altro difensore centrale (Riccardi), optando per un più conservativo 5-3-2. Il Sassuolo chiede un rigore per un contrasto dubbio tra Shakhov e Berardi, l'arbitro però lascia proseguire. Boga come al solito, è il più pericoloso dei suoi, incursione sulla sinistra e palla al centro dove sia Berardi che Defrel non trovano l'affondo decisivo. Il Lecce, fin qui attento in fase difensiva, commette l'unica sbavatura della ripresa a cinque minuti dal termine e gli ospiti pareggiano. Defrel scatta sul filo del fuorigioco e calcia in porta, Gabriel non è impeccabile e Berardi ne approfitta per depositare la sfera in fondo al sacco. Gli ultimi minuti sono bellissimi, le due squadre si sfidano in campo aperto con capovolgimenti da una parte all'altra senza però trovare il guizzo vincente. Al Via del Mare termina 2-2, quarto pareggio consecutivo per i salentini, il primo stagionale per gli emiliani.

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Ciao bella “Civola”, bravo e scontroso, che hai volato in alto

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