Ex dirigente Marilungo su Agnelli: "Se non approvavamo il bilancio niente iscrizione al campionato"

Mentre in campo la Juventus è reduce dalla vittoria per 4-2 nel Derby della Mole contro il Torino e fuori dal campo ha ufficialmente presentato la richiesto di riduzione della penalizzazione al Collegio di Garanzia del CONI, continuano le rivelazioni di ex membri del CdA bianconero in merito all'inchiesta denominata Prisma. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, a rivelare ulteriori retroscena ai magistrati è l'ex consigliera indipendente del CdA e componente del Comitato controllo e rischi Daniela Marilungo. Di seguito le dichiarazioni rese agli inquirenti:

“A più riprese abbiamo chiesto che la documentazione integrale della procura ci venisse data e a più riprese ci sono state date rassicurazioni che nessuna delle carte del procedimento erano rilevanti ai fini delle decisioni in materia di bilanci. Nel corso del CdA del 24 novembre tutti noi indipendenti avevamo chiesto che fossero messi a disposizione gli atti integrali del procedimento penale e in particolare gli atti che sono risultati essere fuori dalla sede sociale per consentirci di agire informati. Non ho mai avuto quei documenti, e questo è uno dei motivi per cui ho deciso di dimettermi. Anche perché i professionisti di fiducia della Juve “dicevano A” e Deloitte “diceva Z”. La decisione di andare avanti con la stesura dei bilanci arrivava direttamente da Agnelli.” 

La Marilungo parla anche della volontà di dimettersi di altre due consigliere della holding Exor e dell'urgenza di Agnelli, nel voler far approvare il bilancio societario: 

“Disse che avevano timore di essere indagate. Se rimanete con noi andremo avanti fino alla fine in tutte le sedi. Voglio rassicurarvi che la società ha sempre operato nel modo giusto e nel rispetto della legge. La spada di Damocle che ci rappresentavano Agnelli e Gabasio era che se non avessimo approvato il bilancio entro una certa data non ci saremmo potuti iscrivere al campionato”.

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