Vi proponiamo di seguito l'intervista di Nicolò Fagioli ai colleghi del Corriere dello Sport. I temi trattati ovviamente l'addio alla Juventus, il calcio scommesse, la squalifica e tanto altro. Ecco di seguito le sue parole.

Sull'addio alla Juve e sull'essere poco considerati a Torino con Kean

Alla Fiorentina mi sono riappropriato della mia vita… Alla Juve sono stato undici anni, quando a fine dicembre ho deciso che me ne sarei andato mi sono sentito più leggero. Ma nel momento dell’addio ho pianto. Una bella botta. Ho pianto senza accorgermene, quel giorno mi sono reso conto che si chiudeva una lunga fase della vita, lasciavo i posti, i compagni, il tragitto di tutti i giorni. È stato traumatico. La Fiorentina mi ha accolto con tanto affetto e la novità ha finito per prevalere sul resto

La partenza da Torino mi ha permesso di esaurire la fase del ragazzino. Che mi stava molto stretta. La stessa cosa l’ha provata Moise. Alla Juve eravamo sempre quelli del settore giovanile, della Next Gen, trattati come tali. Uno scotto che abbiamo pagato

Fagioli  ed il rapporto con Motta ed Allegri

Non poteva mancare ovviamente da parte di Nicolò Fagioli un passaggio sui rapporti avuti con i suoi due allenatori alla Juventus, Thiago Motta e Massimiliano Allegri:

Alla Juve devi vincere vincere vincere, non puoi sbagliare. Se sbagli vai fuori. E se sei il giovane diventi il primo cambio e nessuno dice niente. Solo Allegri mi ha dato la possibilità di giocare con continuità. Dopo Genoa e Lipsia, Motta non mi ha più considerato. Firenze mi ha restituito il piacere e la leggerezza. Fagiolino è morto, oggi sono Nicolò

Sul momento no e sulla Fiorentina

Quando sai che l’allenatore non ti vede, se manca la fiducia ti prepari peggio, vai al campo, senti la pesantezza dell’allenamento e naturalmente non rendi. Se entri per tre, quattro minuti e ti dicono che devi entrare meglio, dentro di te scatta qualcosa di negativo. La testa gira diversamente

Fiorentina? Ho scelto chi mi ha voluto di più. Sono state fondamentali le chiacchierate con Pradè, con Goretti e Palladino

Nicolò Fagioli
Fagioli Juventus

Fagioli sul caso scommesse, sui colpi alla Modric e sulla squalifica

Scommesse? È iniziato tutto come un gioco. La noia mi ha rovinato la vita. Il centro della mia vita erano le scommesse, non più il calcio. Mi sentivo soffocato ma non bisogna aver paura di chiedere aiuto

Colpi alla Modric? Li ho in allenamento… (ride, ndr). Allegri lo stimo tanto anch’io, mi ha fatto crescere e nel periodo della squalifica mi è stato molto vicino

Sulla squalifica vi dico che no, non ero infortunato, no, e non mi sono mai raccontato bugie. È stato altro. Un bene e un male. Perché potevo lavorare, correre e fare palestra, ma sapendo che non avrei giocato. Ora lo sono, sereno. Mi sto divertendo, il divertimento è la base di ogni cosa, avverto anche il peso delle responsabilità e, devi credermi, è piacevolissimo. L’assenza dal campo, il grande vuoto mi ha fatto recuperare la passione»

Fagioli rivela le offerte ricevute a gennaio da altre squadre, e conclude con un passaggio sulla sua posizione in campo

A gennaio c’era il Marsiglia, c’erano diversi club. Ho scelto chi mi ha voluto di più, sono state fondamentali le chiacchierate con Pradè, con Goretti e Palladino. Moise? Lui mi ha detto “vieni qui che si sta bene”. Il Viola Park è davvero fantastico

Posizione in campo? Dipende da cosa mi chiede l’allenatore, se devo stare più alto o più basso. Con Palladino gioco a tre e mi trovo bene. E le tre partite in una settimana non mi pesano»

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