Dopo mesi di incontri e due diligence le ripercussioni economiche dell'emergenza coronavirus frenano l'accordo Pallotta-Friedkin Si parla ormai da mesi dell’asse Roma-Friedkin, con il magnate texano pronto a subentrare all’attuale patron giallorosso James Pallotta e prendere in mano, una volta per tutte, le redini del club della capitale. All’inizio di marzo il passaggio di proprietà sembrava imminente, con l’arrivo di Pallotta nel New Jersey per la firma. Poi lo scoppio dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus che aveva bloccato tutto, condannando l’affare ad un ennesimo standby. Se prima l’imprenditore di origini californiane era disposto a mettere sul piatto 700 milioni, adesso il valore della Roma è inevitabilmente sceso e l'attuale numero uno non ha nessuna intenzione di realizzare una minusvalenza con la vendita. Queste le parole di Pallotta ai microfoni de La Roma24: "L’affare con Friedkin è ancora possibile". Poche e semplici parole che fanno intendere che non tutto è perduto e che la Roma potrebbe ancora vivere il tanto atteso cambio al trono. Pallotta ha però la forza economica per andare avanti e lo sta facendo non solo per l'aumento di capitale già varato. Immettendo soldi come ha già fatto e come sta continuando a fare. Ma si è schierato anche oltre. Per finanziare, in prima persona iniziative a favore di alcuni ospedali della capitale e anche diverse parrocchie in periferia per aiutare i più deboli.
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