Quando la maturità supera la velocità. Bagnaia, l'iridato anomalo
Tutte le qualità del campione del mondo della Moto2 Francesco Bagnaia. Dal "successo di tutti" alla MotoGP, grazie al connubio tra razionalità e velocitàUltimamente quando si parla di Moto2 non si può non usare, come lingua internazionale, quella italiana. Per il secondo anno di fila, infatti, a vincere il campionato della classe di mezzo del motociclismo è un ragazzo portavoce del tricolore: dopo il successo, nella scorsa stagione di Franco Morbidelli, infatti, Francesco Bagnaia ha inciso il proprio nome sulla targhetta di Campione del Mondo 2018. Il pilota torinese classe ’97, grazie al terzo posto ottenuto domenica nel GP di Malesia, ha demolito con una gara d’anticipo le speranze iridate dell’unico contendente al titolo, Miguel Oliveira. Ma ciò che più ha suscitato scalpore, riavvolgendo il nastro dell’intera stagione disputata, è la velocità con cui Pecco ha raggiunto la piena maturità in sella alla scheggia a due ruote dello Sky Racing Team VR46. La laurea iridata non giunge a caso nel curriculum del ventunenne, bensì alla luce delle 8 vittorie messe a referto nei gran premi di Qatar, Texas, Francia, Olanda, Austria, San Marino, Thailandia e Giappone e di ben 5 pole position e 12 podi. Il talento di Chivasso, dopo aver fallito la prima possibilità di chiudere i conti mondiali a Phillip Island, ha mostrato una saggezza e una sicurezza certamente degne della classe motociclistica maggiore, battagliando con Oliveira il giusto indispensabile per andare a podio e conquistare il successo più grande della propria carriera. A Sepang, difatti, Bagnaia ha saputo domare, controllandolo, il rivale portoghese - secondo - e resistere, nel contempo, al prepotente ritorno di Mattia Pasini, il quale ha tagliato quarto, a sua volta, il traguardo a fine gara. E se il minimo comun denominatore per il campionato mondiale era costituito da qualsiasi gradino del podio, Pecco non si è accontentato ma ha voluto fortemente raggiungere una posizione che garantisse il massimo senza il rischio di bagarre complicate e probabilmente inopportune nell’ottica dell’obiettivo stagionale. Certo non si può non sottolineare il grande lavoro di squadra condotto dal compagno di team Luca Marini, vincitore della gara e precisissimo nel fare da molla nei confronti di Oliveira, allontanato di quattro decimi ogni qual volta che il pilota di Almada si avvicinava agli scarichi del fratello di Valentino Rossi. A fine gara, il neocampione del mondo non ha potuto non complimentarsi con l’alleato di squadra e con tutti coloro che gli sono stati vicini in un anno da incorniciare: “Mentre in Australia forse abbiamo cercato di strafare, qui siamo tornati alla nostra consueta mentalità: Luca Marini è stato fortissimo, ha meritato il successo, mentre io avevo qualcosa di più importante cui puntare e sono stato tranquillo. Credo che in questo sport conti molto avere un approccio razionale e la cosa mi pare abbia pagato. Sono molto contento, non ho ancora focalizzato di aver vinto il mondiale e sono molto felice di poter festeggiare con tutta la mia famiglia, arrivata qui. È una storia sensazionale, essere campione del mondo è qualcosa che non scade: è un successo di tutti, siamo tutti campioni del mondo”. Parole che sanno di equilibrio e sana coscienza, caratteristiche di un pilota che ha sempre evidenziato i propri rispetto e riconoscenza nei confronti di ogni singolo componente dello Sky Racing Team VR46 e di Valentino Rossi, promotore numero uno della valorizzazione delle giovani promesse del motociclismo italiano. Pensare che Pecco Bagnaia sarà una delle voci della MotoGP già a partire dal 2019 fa ben sperare, ragionare sul fatto che il piemontese andrà a completare la formazione del team Ducati Pramac assieme al predecessore Franco Morbidelli fa sognare chiunque ami le moto e, in particolar modo, quelle forgiate dal tricolore italiano!
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