Il futuro del Bologna potrebbe essere senza Roberto Donadoni. Sei i nomi principali accostati ai rossoblù: esaminiamone insieme pregi e difetti

- di Marco Vigarani -

Sei personaggi in cerca d'autore, scriveva Pirandello. In versione rossoblù potremmo parlare di sei allenatori in lizza per la panchina del Bologna. Ognuno con la sua storia, le sue caratteristiche tattiche, pregi e difetti. Possiamo provare ad analizzare questa ampia rosa che comprende davvero un panorama eterogeneo che va da esordienti assoluti fino a veterani: per non fare un torto a nessuno procederemo in base alle panchine in Serie A.Il primo nome è quello di Gian Piero Gasperini dall'altro delle sue 323 gare nel massimo campionato con una media punti di 1,41. L'attuale tecnico dell'Atalanta, 60enne, potrebbe lasciare il club orobico per andare a caccia di nuovi stimoli avendo percepito negli ultimi mesi di essere forse arrivato a fine ciclo a maggior ragione visto che il club non pare intenzionato a migliorare ulteriormente la rosa. Potrebbe trovare più disponibilità da parte di Saputo? Difficile. Inoltre il suo credo tattico è il 3-4-3 e quindi servirebbe una mezza rivoluzione della rosa in estate per metterlo nelle condizioni migliori per lavorare. A quota 222 partite in A troviamo poi Marco Giampaolo (media punti 1,14), rilanciatosi ad Empoli e giunto alla consacrazione negli ultimi due anni alla Sampdoria. Per il 50enne nato a Bellinzona c'è un contratto fino al 2020 con il club blucerchiato ma anche il suono ammaliante sirene di grandi club pronti a scommettere su di lui: perchè mai dovrebbe accettare Bologna? Anche in questo caso poi l'idea tattica del 4-3-1-2 richiederebbe investimenti sul reparto offensivo per poter inserire in organico un trequartista di valore come Bruno Fernandes e Gaston Ramirez per citare solo gli ultimi due allenati in ordine di tempo. Arriviamo quindi ad una coppia di tecnici giovani ed attualmente disoccupati. Il primo è il 45enne Davide Nicola che si è dimesso a dicembre dalla guida del Crotone non sopportando più le ingerenze della proprietà nel proprio lavoro: per lui 76 gare di A ad una velocità media di 0,78 punti a partita. Il secondo è Ivan Juric a sua volta con un passato in riva allo Ionio ed esonerato a novembre dal Genoa: a 42 anni ha 44 partite di massima categoria alle spalle ed una media punti di 0,86. Entrambi cresciuti con l'idea del 3-4-3 anche se Nicola si è poi convertito ad un più pragmatico 4-4-2, hanno vicende personali e caratteri diversi che li rendono comunque affamati di riscossa. L'inesperienza però è sicuramente il limite principale ad un loro futuro sulla panchina rossoblù.Ancora meno Serie A alle spalle per Leonardo Semplici, 50enne tecnico attuale della Spal che ha appena le 29 giornate disputate nel curriculum (0,86 la media punti). Qualche contatto sull'asse Bologna-Ferrara pare esserci stato ma anche in questo caso il salto di livello potrebbe essere un grave handicap. A livello tattico il 3-5-2 del fiorentino però potrebbe essere abbastanza congeniale alle caratteristiche della rosa già sotto contratto evitando costose rivoluzioni sul mercato estivo. La sestina si chiude con l'attuale ct azzurro ad interim Gigi Di Biagio. Uomo federale senza alcuna esperienza di club, finora più selezionatore che allenatore, a 46 anni l'ex centrocampista ha l'occasione di mettersi in mostra nei prossimi mesi ma poche chance di guadagnarsi una conferma. Il Bologna può permettersi il rischio di consegnare le redini ad un tecnico del tutto inesperto? La risposta pare abbastanza ovvia in senso negativo. L'unico aspetto positivo è la predilezione per il 4-3-3 ma non pare davvero sufficiente. Considerati tutti questi dati, non resta che ricordare il curriculum di Roberto Donadoni che a 54 anni ha già 317 partite di Serie A alle spalle per una media di 1,25 punti a gara. Numeri importanti che garantiscono una salvezza tranquilla e che indicano nel lotto dei candidati soltanto Gasperini come opzione migliorativa.
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