La Juventus continua ad essere l'argomento principale di questi giorni. Dopo che il consiglio d'amministrazione bianconero si è dimesso in blocco, compresi il presidente Andrea Agnelli ed il vicepresidente Pavel Nedved, la situazione in casa della Vecchia Signora si è complicata ulteriormente. A soffermarsi sulla situazione finanziaria che vive la Juventus è stato l'analista finanziario Fabrizio Vettosi, intervenuto ai microfoni di "Un calcio alla radio", su Radio Napoli Centrale: "Mi fa piuttosto ridere che qualche giornalista citi come garanzia futura dei personaggi che non possono esserlo. Non è possibile mettere a capo di aziende così importanti e complesse una persona come Chiellini o Christillin, una ultras vestita in tailleur. Non ci trovo niente di esperto in lei, qualcuno magari trova queste caratteristiche, oltremodo non sono indipendenti, sono storicamente legate alla famiglia, all’attuale socia di maggioranza. Nel 2021, leggendo il bilancio della Juventus in cui c’era un margine operativo lordo di 10 milioni di euro in 5 anni, ne ha distrutti ben 694 milioni negli ultimi 5 anni. Un mese e mezzo fa, osservavo che sono state realizzate 30 milioni di plusvalenza allocate quasi tutte in 3 signori: Petrelli Elia e Portanova Manolo – di cui apprezziamo molto il papà – col Genoa e Tongya col Marsiglia".

Vettosi ha aggiunto: "Nel momento in cui vedo ceduto Rovella per 25 milioni di euro, Sturaro, mi domando se è vero che non si può, da un punto di vista sportivo, determinare il valore di riferimento di un calciatore. Non è vero, si possono prendere come riferimenti il mercato. Nel momento in cui vedo scambiato un calciatore che oggi gioca in Nazionale, un 2000 che ha già quasi 100 partite in Serie A e viene valutato 15 milioni di euro, vorrei capire come fanno ad essere valutati 25 milioni Rovella e 7-8-9 milioni gli altri. Questi argomenti, qualche volta, sia con il Genoa che con Fabio Paratici ne abbiamo parlato. Paratici mi ha detto la frase classica: ‘Questo è il mercato’. Proposta di Bellinazzo? Secondo me bisogna fare un’altra cosa che sostengo da anni. Bisognerebbe eliminare il vincolo alla prestazione sportiva, così facendo non esisterebbe più il diritto immateriale del calciatore, il famoso ‘cartellino’, sarebbero solo lavoratori subordinati. In questo modo, il calciatore è un lavoratore subordinato, senza un finto mercimonio. In questo modo non ci sarebbe la problematica di valutare il cespite".

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