La sconfitta contro l'Atalanta getta ulteriori dubbi sul futuro di Donadoni ma autorizza anche a fare qualche calcolo in chiave salvezza. Saputo, Bigon e i giocatori sono davvero così tranquilli?

- di Alberto Bortolotti -

Se serve guardarsi un po' alle spalle, e dopo 9 sconfitte in 13 gare è d'uopo (ok: 9 punti di margine sulle retrocedende che però hanno, Spal a parte, da recuperare una partita), la prima cosa da verificare è quanto le inseguitrici potranno galoppare e raggiungere un eventuale Bologna immobile (speriamo di no). Il freno possono essere gli scontri diretti e ce ne sono ben 18 fra le 7 ultime della classe. 4 però riguardano il Benevento, e due nelle ultime tre giornate, allorché probabilmente anche la matematica condannerà i sanniti. quindi è verosimile pensare che Spal e Chievo possano avere vita relativamente facile. Tre partite fratricide le affrontano Hellas, Chievo e Sassuolo. Due Cagliari e Spal, una il Crotone (contro i clivensi alla 36esima). I calabresi sono quelli messi meglio. Rischiano molto le due veronesi e i ceramisti. Tutte, in ogni caso, beneventani esclusi, possono fare una quindicina di punti. Dipenderà dalle motivazioni delle avversarie. E il Bologna tranquillo del tutto non può stare. Ok, questi sono i fattori esterni. Veniamo a noi. Il primo tempo non era neanche stato malissimo, altre volte si era fatto peggio, poi la squadra si è spenta come un lumicino. L'Atalanta ha palesato una freschezza invidiabile, Ilicic ha cambiato la partita (ai tempi di una certa floridezza economica, poi inghiottiti nel nulla, Corvino provò a portare lui e Gasperini a Bologna...) e alla fine se non era per Mirante si finiva pure seppelliti sotto una valanga di reti. Pensare a cosa era l'Atalanta rispetto al Bologna, ai tempi, e pensare come siamo ridotti oggi fa veramente tanta tristezza: loro hanno anche comprato allo stadio, tanto che pare che a Bergamo si sia trasferito l'assessore Cangini, "fatti, non pugnette!". Due o tre note sul futuro. Il fastidio con cui Donadoni risponde alle domande "oblique" (scomode no, ma è anche difficile farle) denota il fatto che il primo a non pensare di rimanere è lui. D'altra parte ritiene, con una certa dose di ragione, che qui un ciclo "sportivo" non si aprirà mai. Attenderà di subentrare in una piazza con meno prospettive teoriche e più cazzimma pratica.Bigon non ha torto nel dire che i gradini in Serie A non li hanno costruiti a Casteldebole e nessuno della fascia destra gioca il cosiddetto "bel calcio". Ma se ti aggrappi solo ai risultati e non li fai non ci sono più scusanti. Gioca Avenatti, non Destro, non c'é Mbaye, ma Romagnoli, entra Nagy e sembra l'uomo invisibile. I migliori sono sempre quelli che non giocano. Saputo è stato a Bologna per il periodo più lungo della sua presidenza senza - apparentemente - colpo ferire e forte è il sospetto che la signora sia innamorata del centro e voglia scoprire le bellezze petroniane: ecco la ragione vera dello stare qui. Quanto desidera incidere il chairman sul futuro non è dato sapere. Forte il sospetto che dal prossimo mercato ci si debba attendere solo cessioni eccellenti. Auguri. Mancherebbero i giocatori. Che sono scarsi, magari mal messi in campo, certo frastornati da un clima al tempo stesso benevolo e tollerante oltre ogni limite ma anche vicino alla tracimazione. Tutto sempre condito al ragù. Qui, a differenza di altri posti, non trovi un bastone (per fortuna). Se ti va male, una tagliatellona. Oppure (i single, chiaro !) una biondona consolatoria. Perché debbono mettersene?
Calciomercato Bologna, due difensori sul taccuino di Sabatini
Barcellona sempre più in fuga. Montella saluta la Champions

💬 Commenti