Il Torino, nell'anticipo dell'ottava di campionato, ha battuto di misura il Frosinone di Moreno Longo. In palla Zaza, rimandato Baselli nonostante il gol e bocciato BelottiCi sono partite che iniziano in un modo e così finiscono, per la supremazia assoluta di una squadra sull’altra o perché hanno effettivamente poco da offrire. Ce ne sono altre, invece, che ne contengono più di una al loro interno, e che possono finire in mille modi. È successo al Torino, vittima di se stesso e capace di far segnare 2 gol in 6 minuti a un Frosinone disperato che nei 630’ precedenti aveva timbrato una volta sola, per giunta su un rigore abbastanza dubbio. Il Toro nasce, muore e rinasce ancora dalle sue ceneri, rischiando di buttare al vento ulteriori punti e uscendo, a fine gara, sotto ai fischi di buona parte dell’Olimpico. E pensare che la gara, nei primissimi minuti, sembrava avesse già detto tutto: squadra compatta nel suo 3-4-1-2 di partenza, con Zaza e Belotti bravi a duettare e una circolazione del pallone veloce e precisa. Baselli, schierato più avanti per cucire il gioco, ha iniziato con sfrontatezza ma si è perso prima di subito nella confusione in zona mediana. L’ottimo inizio, santificato dal gol del vantaggio di Rincon, ha portato la squadra ad abbassarsi senza un motivo valido, prediligendo il gioco in orizzontale e causando uno scollamento fra i reparti. Il Frosinone, nel primo tempo, ha persino evitato di attaccare per non rischiare di prendere il secondo gol, e il Torino non è riuscito ad approfittarne. Beenguer è stato servito con il contagocce, Aina ha deciso di rimanere al fianco di Izzo (come se invece di una situazione di vantaggio il Torino dovesse respingere gli attacchi) e Belotti ha continuato nella sua lotta contro se stesso e il calciatore che, fino a un paio di anni fa, incantava in campionato e faceva gol (e gola) ai migliori club italiani ed europei. La situazione, paradossalmente, è precipitata dopo il 2-0 che, invece, avrebbe dovuto scrivere la parola fine sulla contesa: il Frosinone ha alzato il suo baricentro e ha smesso di giocare coi lanci su Ciofani (nel frattempo sostituito), conquistando calci da fermo su cui i granata hanno sofferto maledettamente. I gol di Goldaniga e Ciano sono stati frutto di disattenzioni inimmaginabili con una posta in palio così alta e una situazione di doppio vantaggio, e hanno pesato, soprattutto, sulle spalle di N’Koulou e Moretti, che ha festeggiato a metà il traguardo delle 350 in Serie A. Torino disattento, ma Frosinone di più. Moreno Longo avrà le sue colpe, ma la squadra si è improvvisamente sfaldata dopo aver eroicamente rimesso la gara in parità: dopo il gol partita di Berenguer, nel tentativo di recuperare nuovamente, il quadro tattico dei ciociari è mutato in un 4-3-3 con Krajnc che ha lasciato il posto a Soddimo che si è piazzato in avanti insieme con Perica e Ciano, lasciando spazi alla squadra di Walter Mazzarri che ha sfiorato in più di un’occasione il poker. Lo stesso tecnico, a fine gara, ha espresso la sua amarezza per una partita dai mille volti che, alla fine, il Torino ha vinto perché si è dimostrato più squadra, potendo contare anche su un ottimo ingresso di Parigini e, finalmente, su Zaza e Rincon a ottimi livelli. L’attaccante lucano ritroverà la Nazionale insieme con Sirigu, mentre Belotti rimarrà a casa: viste le ultime prestazioni, non ci sarebbe da criticare eccessivamente la scelta di Mancini, su cui lo stesso Mazzarri ha glissato. Il tecnico, durante una sosta che arriva come acqua benedetta, avrà la possibilità di lavorare con il suo attaccante e gli altri che rimarranno ai suoi ordini, compresi gli infortunati e i giocatori meno in condizione come Iago e Soriano. Al rientro, oltre ai minuti nelle gambe e le possibili novità tattiche, servirà più che altro una mentalità diversa.
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