Gattuso: "Col Chievo abbiamo tutto da perdere. Laxalt partirà titolare"
Le parole di Gennaro Gattuso alla vigilia di Chievo-Milan: "Il Chievo può farci a fettine. Il caso Icardi ha rafforzato l'Inter. L'Ajax? Una tradizione"Cinque vittorie e due pareggi nelle ultime sette partite disputate in campionato, un sorpasso in classifica operato ai cugini nerazzurri nell’ultimo turno disputato ed una rimonta che ha portato ad occupare il terzo posto in A: sono questi i tre motivi dei sorrisi che illuminano Milanello ormai da tempo e che obbligano il Milan di Gennaro Gattuso a non fare passi falsi proprio ora, in un momento cruciale della stagione. Alla vigilia del match della 27^ che vedrà il Diavolo impegnato nella complicata trasferta del Bentegodi contro il Chievo Verona di Domenico Di Carlo, il tecnico meneghino non usa giri di parole per fare il punto della situazione del suo team, apparso piuttosto stanco nelle ultime due gare giocate a San Siro contro Empoli e Sassuolo nonostante gli altrettanti bottini pieni conquistati.
Sul Chievo:
“Sarà una partita molto difficile. Noi dobbiamo fare di tutto per vincerla e non sarà semplice. Hanno spensieratezza e giocano per fare risultato. Domani ci vuole un Milan che va in battaglia. Se abbiamo lucidità dobbiamo essere consapevoli che giochiamo contro l’ultima in classifica che non ha niente da perdere e che ha messo in difficoltà tante squadre forti della Serie A. Domani abbiamo tutto da perdere. Non abbiamo tempo di pensare al derby, in palio ci sono tre punti come domani ma se non pensiamo al match col Chievo non possiamo pensare a quello dell’Inter”.
Sulle parole rilasciate da Conti in settimana:
“Ci sta che chi non gioca stia col muso ma bisogna vedere il rispetto verso chi entra in campo. Mi è piaciuto quello che ho sentito da Conti e penso che lo crede veramente. Dice la verità quando afferma di non avere i 90 minuti nelle gambe, ma sappiamo il valore del giocatore che era il terzino della Nazionale. Come lui ci sono tanti altri ragazzi che non giocano con continuità e il nostro dovere è essere compatti”.
Sul terremoto in casa Roma:
“Mi dispiace per il collega Eusebio perché allena da anni in Serie A con buoni risultati. Ranieri ha fatto un miracolo sportivo col Leicester, ha allenato nei migliori campionati europei ed è da anni che fa questo mestiere qui, cambiando anche modo di giocare più volte. Ora, però, devo pensare a casa mia, alla mia squadra e a farla rendere al massimo”.
Sull’ultimo Milan apprezzato, ottimo in difesa ma non in attacco:
“Non riusciamo a tenere palla e a giocarla come vogliamo, quando Piatek allunga col movimento in profondità non lo serviamo come si deve e non giochiamo la palla nonostante gli avversari ci concedano più campo scappando all’indietro”.
Su Suso:
“Finite le critiche a Calhanoglu, avete iniziato a parlare di Suso. Ci sta che un giocatore possa avere un periodo di appannamento quando fa sessanta e passa partite l’anno. Per noi è importante ed è un giocatore che a livello tecnico ci può far fare il salto di qualità. Deve pensare a stare tranquillo e fare entrambe le fasi, a me importa quello”.
Sul proprio futuro:
“Se perdo un paio di partite sono in bilico come tanti allenatori di A. Io non penso al mio futuro, la cosa più importante è quello del Milan, di questa società. Io devo pensare a fare il massimo oggi, poi se il prossimo anno mi mandano in Arabia Saudita o da qualche altra parte non mi interessa”.
Sull’Inter e sul caso Icardi:
“Devo pensare a guardare a casa mia, devo tenere l’equilibrio nello spogliatoio del Milan e nel tenere compatto l’ambiente e non è facile. Io non dormo la notte per i problemi di casa mia, poi sono convinto che il caso Icardi ha rafforzato l’Inter”.
Sulle qualità del Milan in rapporto alle altre pretendenti di un posto Champions:
“Ripeto non devo pensare agli altri. Devo migliorare la mia squadra e far capire che qui dentro bisogna stare col sorriso. Non si pensa al futuro e alle partite che mancano, si pensa a un match dopo l’altro. Io la mia grandezza da allenatore la devo ancora dimostrare. La grandezza del Milan non bisogna dimostrarla invece, perciò quando si indossa la maglia rossonera si prova un po’ di timore in più. Per giocare in Europa bisogna fare tutte e due le fasi di gioco in modo corretto e noi dobbiamo pertanto migliorare questo aspetto”.
Il Milan come l’Ajax?
“Mi piacerebbe, ma quella olandese è una storia che dura da anni, una tradizione lunghissima. In Italia, un ‘98/’99 è un giovane che ancora non può giocare in Nazionale perchè ritenuto troppo acerbo. In Olanda, un 2000 gioca titolare in prima squadra”.
Sulla formazione di domani e sui possibili cambi di pedine nell’undici titolare:
““Bisogna recuperare fisicamente dopo una rincorsa come quella che abbiamo fatto. Ora abbiamo tanti giocatori a disposizione e che penso che siano bravi e all’altezza di giocare domani e non solo. Domani giocherà Laxalt al posto di Rodriguez. Siamo contenti che Calhanoglu sia diventato padre e che sia andato in Germania per questo. Domani vedremo se impiegarlo come titolare o meno. Già ho detto che Laxalt è titolare, basta e avanza. Domani valuterò anche Biglia, che non ha i 90 minuti sulle gambe ma che nelle ultime partite ha giocato due spezzoni non indifferenti dopo i mesi di infortunio. Oggi Zapata ha fatto il primo blocco di lavoro per migliorare la velocità, domani farà l’altro e se lo supererà dalla prossima settimana sarà aggregabile al gruppo”.
Sui miglioramenti della squadra:
“Penso che siano cresciuti tutti, come anche il mercato. In questo momento dobbiamo essere orgogliosi di ciò che stiamo facendo, ma dobbiamo continuare a lavorare per crescere ulteriormente perché in rosa ci sono giocatori giovani che hanno ampi margini di miglioramento”.
Sul valore della Lazio, pretendente per un posto in Champions:
“Non ho bisogno di vedere un 3-0 rifilato alla Roma per conoscere il valore della Lazio. Perciò quando ho giocato in Coppa Italia contro i biancocelesti mi sono tenuto stretto il pareggio dell’Olimpico”.
Sulla scuola degli attaccanti polacchi:
“C’è quella degli attaccanti, gente che non si lamenta mai e che rilascia poche interviste pensando sempre a lavorare. Poi c’è quella degli esterni, che ti fanno girare la testa. C’è grande disciplina e vedono questo sport come un lavoro continuo per migliorare, con poche parole e tanti fatti, e questo è quello che mi intriga di più”.
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