L'ex tecnico di Milan, Roma e Juventus Fabio Capello racconta le sue verità: dallo stop dello sport alla ripresa del campionato 19 titoli in bacheca tra calciatore e allenatore. Fabio capello è stato sicuramente tra gli uomini di calcio più importanti degli ultimi 30 anni, prima in campo poi in panchina. Esattamente un mese da esperto di calcio qual è, non era assolutamente favorevole alla ripresa del calcio, adesso invece non vede alternative alla conclusione della Serie A sul campo. Come raccontato da lui stesso in un'intervista esclusiva al Corriere dello Sport nella quale ha toccato diversi argomenti, dal lockdown alla ripresa degli allenamenti: "Il fatto che ne stiamo venendo fuori con tutte le precauzioni del caso mi ha fatto vedere la cosa sotto un altro aspetto. Bisogna ripartire, il calcio dà lavoro a centomila persone e da sportivo penso che lo scudetto si vinca sul campo. Ho proposto un torneo di 40 giorni in ritiro permanente, come ai Mondiali. La soluzione ideale sarebbe quella tedesca, ma in Italia è tutto più difficile. Abbiamo un debole per le complicazioni. Temo più gli infortuni del virus, i calciatori hanno lavorato due mesi in casa con molti limiti e adesso hanno voglia di entrare subito in forma. Il rischio muscolare è già alto negli allenamenti. Se si giocheranno tre partite a settimana, il recupero fisico tra una prestazione e l'altra è difficile. Le cinque sostituzioni sono una manna dal cielo, si tratta di proteggere la salute degli atleti. Non vorrei essere nei panni di un tecnico, allenare senza contatto fisico è problematico. Ma la difficoltà più grande è psicologica, devi entrare nella testa dei calciatori dove adesso c'è la paura del virus e degli infortuni, ma anche la disabitudine a giocare senza pubblico. Il calciatore è un animale da stadio, sente la folla addosso. Giocare come negli allenamenti è diverso. Qui la differenza la fanno i grandi campioni, non tanto dal punto di vista tecnico. Conta la personalità". 
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