Fabio Bergomi: "Mio nonno in confronto ad Ibra era Raz Degan. Pioli deve sempre rompere i..."
Le parole con le quali lo scrittore e grande tifoso interista sbeffeggia l'ex attaccante svedese e il tecnico rossonero
Ieri sera dopo l'anticipo del sabato vinto dal Milan sul Frosinone per 3-1, lo scrittore e grande tifoso interista, Fabio Bergomi, sul suo canale YouTube ha voluto dire la sua sul tecnico della squadra rossonera, Stefano Pioli e su Ibra, lanciando alcune frecciate delle sue. Di seguito riportiamo un estratto delle parole di Bergomi.
Fabio Bergomi, le sue parole
“Io dico sempre che l'Inter è la strafavorita e che l'unico avversario può essere il Milan che senza parecchi titolari, con quella difesa e con un Frosinone ultimamente tosto, poteva avere delle difficoltà e invece si presenta a Milano una squadra di scappati di casa, contro una squadra a San Siro di scappati di casa, tanto che alla fine entrano le riserve delle riserve di mio nonno che andava con il pellicciotto in Piazza Affari. E Ibra inquadrato tutto beige, qui stretto con una sciarpa che se vai in Bulgaria in una specie di quegli outlet di vestiti, non trovi una sciarpa così brutta. Se ti dicono devi trovare una sciarpa più brutta di quella di Ibra, vinci un viaggio tutto pagato, non la trovi”.
“Pioli ammonito per la 600esima volta perchè deve sempre rompere i coglioni e come dice lui ‘Calabria entra in campo perchè voglio che i terzini diventano mezzale', Pioli ma vaffan*ulo anche tu con le scarpe bianche tutto pagliaccio, ma va va. Pulisic è un calciatore, fa una stop da pallone d'Oro, alla Baggio con il Brescia. Quel gol decide la partita. Il Frosinone una mer*da, DiFra mi ha deluso, io avrei aspettato il Milan. Detto questo, forza Inter e mio nonno in confronto ad Ibra era Raz Degan”.
Pioli, frecciata post partita ad Allegri
"Questa vittoria è quello che volevamo, da due mesi non riuscivamo a vincere due partite di fila in campionato. Abbiamo rischiato poco, a parte la palla persa di Tomori. Dobbiamo puntare al vertice, e per farlo ci serve più continuità di prestazioni e risultati. Quelli che non dicono che puntano al vertice è perché non ci arrivano da più anni... Oggi sono contento".
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