Intervenuto ad Atreju, kermesse nata nel 1998 su idea di Giorgia Meloni in programma in queste ore a Roma, Luciano Spalletti ha voluto commentare i sorteggi degli Europei, il raggruppamento dell'Italia e la sua preoccupazione per l'invasione delle realtà ludiche virtuali sul mondo reale, non solo su quello calcistico. 

“Ricordiamoci che siamo i Campioni in carica”

Queste le sue parole, raccolte da Sky Sport: "Intanto siamo noi i campioni in carica e questo non è poco. Non ci deve interessare se qualcuno crede o no in noi. I calciatori devono innanzitutto credere in se stessi […] Posso immaginare che nessuno dei nostri avversari sarà felice di incontrarci, ma noi dobbiamo essere bravi a fare quello che è il nostro dovere in campo. Vogliamo esser ricordati da tutti per essere una squadra che ha giocato un calcio feroce e coraggioso, andando ad affrontare a viso aperto gli avversari". 

Spalletti
Luciano Spalletti

Sul Fantacalcio e sull'onore di vestire la maglia azzurra

Ha proseguito Spalletti: "C'è l'insidia del mondo virtuale che rappresenta una minaccia per quello corporeo, fatto di abbracci veri. Ad alcuni giocatori piace più il fantacalcio che il calcio, e bisogna capire prima le differenze: noi stiamo lavorando in questo senso. Quando io sono in panchina e canto l'inno dell'Italia è qualcosa di unico, inspiegabile […] Bisogna sentirsi parte di qualcosa e dare un senso vero alla nostra vita. L'impegno deve essere assolutamente un motivo costante e continuo, perché facciamo parte di una Nazionale e dobbiamo evidenziare dei valori e far vedere che teniamo a questa maglia che è un dono che ci viene dato". 

Sul Napoli

Conclude l'ex tecnico partenopeo: "A Napoli mi sono sentito parte di una comunità e sono stato molto felice di vedere i napoletani felici e la città esplodere di gioia. La felicità non è quella che abita in noi stessi, ma quella di riflesso, quella che doni agli altri".

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