Agroppi all'attacco: "Insopportabile con quella bocchina stretta. Perdente e..."
Aldo Agroppi dopo lo stop per la Nazionale parla di Spalletti e delle prime giornata di Serie A
Ai microfoni di Radio Laziale, nella trasmissione Zona Caicedo, è intervenuto il mister Aldo Agroppi che ha parlato delle prime giornate di Serie A:
"Non hanno detto niente, all'inizio non si può dire niente. Tutti pensano di aver lavorato bene, tutti pensano di non aver sbagliato, invece ce ne accorgeremo più avanti degli errori clamorosi.
Squadre che abbiano convinto in pieno non ce ne sono, è troppo presto per dare giudizi, solo Mourinho può dare giudizi dopo tre giornate".
Agroppi sull'inizio della Serie A e della squadra migliore:
Quale squadra l'ha colpita di più?
"Sicuramente il mio amato Torino, che non era in testa da un'eternità. Pur se sono solo tre partite, finalmente il Toro riassapora il gusto di essere primo in classifica.
Lo fa con un ragazzo giovane, Vanoli, con cui ho parlato, è felicissimo perché la maglia granata è pur sempre un'emozione, anche senza vittorie. Io sono del Toro, dopo undici anni di maglia granata, però non ci sono grandi soddisfazioni ed essere tifoso del Toro è un mestieraccio.
Noi tifiamo per la storia, il passato, quello che è stato, l'immortalità di quella squadra di Superga, quindi noi vinciamo tutte le domeniche. Comunque devo dire che Vanoli ha iniziato bene, giocando pure bene, solo che lì c'è il problema del presidente Cairo che è mal visto da tanti anni ed è sempre in contestazione con la tifoseria.
Poi non è che io guardo tante partite, a me piaceva il campionato italiano, ma questo è il campionato italiano? Sono tutti stranieri. Ogni squadra italiana ha massimo tre giocatori italiani, poi i grandi giocatori non ci sono più, i Totti, i Del Piero, i Graziani, i Meroni, i Sala dove sono oggi?
Ne trovi uno o due buoni, poi scappano perché arrivano offerte indecenti dall'Arabia. Quando arrivano in Italia dicono per esempio che bella Napoli, la famiglia si è ambientata bene, non mi muoverò più da qua, poi l'affetto e le bellezze della città, si mangia bene. In questo modo illudono i tifosi, poi a fine stagione trovano una squadra che offre un euro in più e scappano.
Questa non è serietà, quindi tifosi non vi affezionate più ai giocatori che quando meno ve lo aspettate se ne vanno e se ne fregano delle vostre sofferenze e della vostra passione.
Dovete fare tifo sì, ma per la storia della squadra che amate. Io sono legato al Torino e ho pianto dopo undici anni quando a Torino mi hanno detto che dovevo andare via. Ho pianto tutto il viaggio da Torino fino al mio paese Piombino, ma sono dovuto andar via a Perugia.
Non rinnego quella trasferta, perché sono stato benissimo, Perugia è una città bellissima, come tutta la regione, mi sono realizzato".
Da dove deve ripartire il calcio italiano?
"Bisognerebbe rivalutare tutti i settori giovanili, le attrezzature, i campi, tutte le cose che servono. Voi non lo sapete, una volta c'erano le forche, i muri, il pallone picchiava al muro e una volta lo dovevi stoppare con il destro, poi con il sinistro e così via. Poi c'erano altri attrezzi per sviluppare la tecnica, oggi conta il tempo, quanto impieghi per fare 100 metri, che fisico hai.
Non ci sono più i selezionatori, anche tra i giovani la maggior parte viene dall'estero. La scuola italiana dei portieri era la migliore, oggi non ci sono più portieri bravi: noi abbiamo avuto Zoff, Lido Vieri, Albertosi, Castellini, i Galli, tantissimi portieri italiani cresciuti in Italia.
Oggi non abbiamo più nessuno che sappia lavorare con i portieri e andiamo a prendere gli scarsi dall'estero che quando li vedi mi viene da piangere. Per i difensori è lo stesso, non ci sono più i Vierchowod, i Maldini, i Bergomi.
Anche la nazionale, che squadra è? Quali sono i fuoriclasse della nazionale? Una volta mi divertivo con Pirlo, Totti, Del Piero, Scirea, Cabrini, Mazzola, Rivera. Io quando incontravo il Milan marcavo Rivera e non era facile, non dormivo prima della gara.
Era bello da vedere giocare e anche se non tifavi per il Milan impazzivi, così come per Del Piero stesso, Antognoni, Bruno Conti, c'erano tanti giocatori fortissimi. Oggi il calcio italiano è ridicolo, è imbottito di 7-8 stranieri, ma che ne sanno della storia del Torino?".