L’UEFA è pronta a dare luce al nuovo FPF. Che non si chiamerà nemmeno più Fair Play Finanziario, ma avrà anche un nuovo nome. Secondo quanto riportato dal New York Times, infatti, il prossimo 7 aprile è prevista una riunione del Comitato Esecutivo UEFA in cui saranno votate le nuove norme. L’obiettivo, più volte sottolineato anche dal presidente UEFA Aleksander Ceferin, era quello di superare il modello del FPF voluto dall’ex numero uno Michel Platini e che ha caratterizzato l’ultimo decennio.

La strada intrapresa sarà così quella di un tetto alle spese, ma in maniera più soft rispetto alle attese: i costi legati alle squadre, secondo il nuovo regolamento, non potranno superare il 70% dei ricavi. Di fronte alle difficoltà anche legali, l’UEFA ha abbandonato infatti l’ipotesi di un salary cap in stile statunitense, optando per una proposta che, dopo un periodo di attuazione di tre anni, richiederà ai club di mantenere le proprie spese entro un limite. La percentuale in questione è stata oggetto di numerose discussioni: c’era chi, come i club con proprietari più ricchi, voleva che il limite fosse fissato all’85% dei ricavi, ma anche chi, come le società della Bundesliga tedesca, ha richiesto una percentuale invece ben più bassa del 70%.

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Per consentire alle squadre di adeguarsi ai nuovi regolamenti, le nuove regole non verranno imposte subito ma ci sarà un percorso: i club potranno spendere fino al 90% dei loro ricavi nella prima stagione e si arriverà al 70% nel giro di tre stagioni. Secondo le nuove regole, in determinate circostanze le squadre possono avere la flessibilità di spendere fino a circa 10 milioni al di sopra del tetto, a condizione che hanno bilanci sani e non hanno violato i regolamenti prima. Inoltre, saranno più stringenti i controlli sulle sponsorizzazioni siglate con società correlate alla proprietà del club. Le norme, come dicevamo, saranno anche rinominate: addio Financial Fair Play (in italiano poi spesso tradotto in Fair Play Finanziario), si parlerà in maniera più semplice di “regolamento per la sostenibilità finanziaria”.

Uno dei temi sul tavolo è anche quello delle punizioni che l'UEFA infliggere ai club che non rispetteranno le regole: si parla di multe, esclusioni ma anche l'ipotesi di una retrocessione tra le varie potrà organizzate dall'UEFA. Una in Champions League, ad esempio, potrebbe essere retrocessa in Europa League in caso di violazione delle regole finanziarie. Inoltre, considerando il nuovo format delle gare dal 2024 (con il modello svizzero), tra le ipotesi c'è anche quella dei punti di penalizzazione, considerando che la classifica sarà unica tra le squadre partecipanti al torneo.

Secondo il New York Times, le modifiche alle regole potrebbero tuttavia solo consolidare la crescente egemonia delle squadre inglesi oppure quelli ricchi come il Bayern Monaco o il PSG, rappresentando invece una sfida maggiore per le società degli altri paesi dall’Italia alla Spagna.

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